Lotus 81

Il qui presente testo è parziale, in attesa di completamento.

In vista della stagione 1980, Elio De Angelis, dopo qualche colloquio con l’Autodelta, accetta la corte di Colin Chapman, svincolandosi da Don Nichols con qualche dispiacere. Nel dicembre del 1979, la Shadow intenta vittoriosamente – nel primo grado di giudizio dinanzi all’Alta Corte di Giustizia londinese – una causa avverso il comportamento del pilota, ritenuto scorretto sotto il profilo del criterio della buona fede e risultante in inadempimento contrattuale. Affidata procura alle lite a legali d’oltremanica specializzati nel common law ai primi di novembre, dopo il saggio tenuto a Snetterton, Elio è abbastanza sicuro di riuscire indenne, ma non è così. Viene stipulato un contratto di transizione in sede extragiudiziale, il giorno prima dell’udienza di appello, sostanzialmente sfavorevole per il pilota. Tuttavia, questa, per il romano, pur soccombente nella lite, è l’occasione di accasarsi in una squadra storicamente vincente.

Nel Team Lotus, frattanto, si decide di archiviare l’esperienza del tipo 80 e con essa, il 3 novembre del 1979 arriva al capolinea anche il matrimonio con l’azienda italiana Martini dopo soli dodici mesi di collaborazione, quando, invece, il contratto prevede una durata biennale dell’impegno. Perso il restante milione e mezzo di sterline dei conti Rossi, allarga i suoi orizzonti Thieme, scompare nuovamente il verde, residuo dei tempi andati, tornato in auge ma più macubino del solito, mentre le sgargianti strisce dell’iconica marca di bevande sono rimpiazzate da uno zaffirato blu, elettrico e metalizzato. L’arrubinata livrea è fucata anche da una tonalità argentea, alloggio in cui è spazzato via il terragno e aurino giallognolo, entro cui la scritta “Essex”, dai moderni caratteri, era stata confinata nel 1979. Anche per la Goodyear è tempo di cambiamenti, la produzione per le corse motoristiche si sposta dalla filiale di Wolverhampton, alla sede originaria, ad Akron, nell’Ohio.

Rincorso dalla Brabham e dalla Marlboro, Mario Andretti rimane alla Lotus con qualche dissapore. Reutemann, tentato dall’allora famosa Patrick Racing della CART, emigra, al contrario, alla Williams. Accostati Cheever, Holmes, Thackwell e Pironi a Chapman, durante le trattative per la risoluzione del contratto dell’argentino, per il ruolo di seconda guida sono vagliati diversi nomi alla fine dell’ottobre 1979, al Paul Ricard. Stephen South ed Elio De Angelis risultano i più promettenti, e le qualità del romano sono esaminate in modo più approfondito a Snetterton su una Lotus 79, a inizio novembre. Invece, per lo sfortunato campione della Formula Tre britannica nel 1977, queste prove rappresentano uno snodo cruciale della propria carriera: disilluso dal contatto con la Lotus, ripiega in Formula Due con la Toleman, ma al contempo è chiamato anche a sostituire estemporaneamente Prost in McLaren in un gran premio. L’incidente diplomatico dovuto a una scorretta comunicazione delle intenzioni fa perdere a South il posto nella formula cadetta a vantaggio di Brian Henton – questi, per poco, non laureatosi campione della categoria – ed è proprio il connazionale ad ‘aprirgli’ le porte della Can-Am, dove troverà ad aspettarlo un incidente e l’amputazione degli arti inferiori. La buona prova di De Angelis, un 54’5, un tempo migliore di quello di Reutemann, fatto segnare qualche settimana prima, convince definitivamente Chapman. Sul casco del pilota romano, un Simpson, in questa stagione, campeggia la scritta del patrocinatore principale della compagine inglese. Peter Warr vorrebbe tornare ma ci vorrà ancora un po’ per riaccoglierlo.

Debutta la Lotus 81, presentata a Parigi, nel novembre 1979. Si tratta di una evoluzione della Lotus 79 con le minigonne mobili, dal retrotreno ordinato e squadrato ove trova posto un cambio rimpicciolito, niente a che vedere con i cambi di rotta repentini e arrischiati, tipici di Colin. Sotto all’argentale numero, sulla punta del ‘musetto’ è impresso il classico stemma contenente le iniziali di Chapman, ormai da qualche stagione imbrunito, subito sopra fanno capolino i richiami pubblicitari alla Valvoline e alla Tissot Quartz: l’azienda dell’olio motore occupa anche la la fascia inrossata, sull’estremità inferiore delle pance, accanto alle candele NGK. Entrambi sovrastano i loghi della Goodyear e della Komi, anch’essi argentini, piazzati sulle bluastre minigonne. Nel corso della stagione, sono costruiti quattro telai.

La Lotus 81/1, svelata a Parigi in un evento mondano, è adoperata da Elio De Angelis come prima scelta nelle iniziali competizioni extraeuropee. Il giovane ex-Shadow coglie subito una grande soddisfazione nell’ultimo gran premio corso sulla configurazione lunga di Interlagos. Successivamente, essa passa nelle mani del caposquadra Mario Andretti. Solo in un’altra occasione l’italiano ha la possibilità di utilizzarla nuovamente. Ciò avviene durante una fase delle prove qualificatorie fiamminghe. A Monaco e nel gran premio di Spagna, in un secondo momento invalidato, il telaio non è adoperato affatto.

La Lotus 81/2 segue un percorso opposto. È affidata, dapprima, all’istriano di Montona, con risultati inappaganti, poi, cade nel dimenticatoio per un breve lasso di tempo, quello della trasferta provenzale. Troviamo Elio De Angelis nell’abitacolo, a Brands Hatch e, ancora, durante le sessioni delle prove cronometrate sia del Belgio che del Tirolo. Nella trasferta nordamericana, il romano la utilizza assiduamente, conquistando l’altro risultato di rilievo di un’annata, comunque, positiva.

È il terzo telaio quello che De Angelis è maggiormente incline a preferire in modo continuativo per tutto il 1980. Purtroppo, la classifica finale di Jarama viene invalidata ai fini dell’assegnazione del punteggio nella classifica finale riservata ai conduttori e ai costruttori. Al di là di ciò, pilota di Roma coglie un quarto posto a Monza e un paio di sesti posti in Austria e a Watkins Glen. Quanto all’uso che altri ne hanno fatto, in Sudafrica, lo svezzamento è opera di Andretti, il quale ci corre nello stato di New York, a fine anno; Mansell la impiega il sabato pomeriggio del fine settimana a Spielberg bei Knittelfeld.

La Lotus 81/4 è utilizzata da Mario unicamente a Montecarlo. Da vettura di riserva, finisce per subire un incidente nelle ultime sessioni qualificatorie. Completamente ricostruita, dopo qualche mese, è pronta a ritornare in pista nell’estate del 1980, sotto le vesti di Lotus 81B.

Testo © eliodeangelis11.wordpress.com

"He drove racing cars with the same natural fluidity, feel and precision as he played classical music on the piano …"