Lotus 87

Il qui presente testo è parziale, in attesa di completamento.

All’indomani della sentenza di fine aprile 1981 che rigetta le posizioni di Chapman sulla Lotus 88, le intenzioni di ritiro della Lotus, formalizzate con il telex inviato alla FISA, sono parziali e limitate all’appuntamento in Emilia-Romagna. Una settimana prima del Gran Premio di San Marino, una delle Lotus 81 è protagonista di una due giorni di prove a Donington con alla guida Nigel Mansell. Gli spettatori presenti ai box vengono gentilmente invitati a recarsi altrove quando appare loro palese che le forme della vettura siano diverse almeno nella carrozzeria.

A Imola, in occasione del gran premio sanmarinese, interrogato in materia, Collins, il direttore di corsa della Lotus, è molto vago ma conferma che la Lotus 87 possa essere un’evoluzione della Lotus 81 con un telaio in fibra di carbonio. Chapman è attivo su un altro fronte, quello della diplomazia e per tutto il tempo precedente alla gara monegasca viaggia continuamente con destinazione Londra e Parigi, prima di decidere se rilasciare annunci ufficiali sulla dipartita perenne della Lotus dal campionato di Formula Uno.

Una settimana prima del Gran Premio del Belgio, proprio a Zolder, e poi a Silverstone, una Lotus 87, priva di etichette e di messaggi pubblicitari, gira senza sosta senza fornire indicazioni confortanti. Qualcuno non nega che la nuova Lotus, riadattata e tirata a lucido, possa riemergere a Montecarlo. Giunti all’appuntamento sulla Costa Azzurra, Chapman dichiara palesemente essere la Lotus 87 una soluzione interinale, valevole per un paio di gran premi al massimo, prima di rispolverare la Lotus 88 nella sua ultima versione. In realtà, prima della corsa a Silverstone, il tipo 87 sarà impiegato non solo a Montecarlo, ma anche in Spagna e a Digione. Il cambiamento in meglio nelle relazioni sociali con gli altri costruttori è palese ma, in alcuni, la distensione susseguente alla verbosità tonitruata è velata da diffidenza. A Monaco, si registra l’ultima apparizione di una livrea completamente tinteggiata con le identità cromatiche della Essex, commerciante all’ingrosso prodotti petroliferi, che si era associata alla Lotus a partire dal gennaio 1979, ufficializzando la propria posizione nei giorni della corsa argentina di quella stagione. Sono lontani i tempi in cui, nell’inaugurare la scritta dorata con la ‘X’ (di ‘Essex’) rossa a caratteri cubitali sulle Lotus 79, Thieme pronunciava le parole: “Ci siamo imbarcati in questa operazione non per fini commerciali, ma per l’amore per lo sport e per il prestigio, al fine di dare della nostra azienda un’immagine positiva”. Prima del gran premio a Jarama, la John Player getta un’ancora di salvataggio all’amico di un tempo, firmando un contratto di patrocinio di ben due milioni di dollari solo per completare la restante parte del campionato 1981. Il termine finale dell’accordo è fissato per la fine del 1984. L’indiscrezione, partita dalla rivista Autosport, trova conferma con la conferenza del 15 giugno 1981, a Brands Hatch, in cui si pubblicizzano definitivamente le decisioni sancite. Pare che le trattative siano andate avanti per un paio di mesi, prima di trovare una svolta decisiva una settimana dopo Montecarlo. Così, le vetture tornano a caratterizzarsi per il nero e l’oro, misti al sibillino argento. La Essex Petroleum rimane ma di sghembo e in sordina, almeno fino alla fine dell’anno. Sfilano per l’occasione, in pompa magna anche le 87, ora ammantate d’atramentaria corazza. La vettura, dal passo corto, si comporta bene nei circuiti sinuosi e guidati, meno nei circuiti ad alta percorrenza.

La Lotus 87/02 è affidata a Nigel Mansell dal gran premio di Monaco 1981. A Silverstone è tramutata in Lotus 88, nelle altre successive due gare in cui il Team Lotus se ne serve, la vettura svolge le mansioni di macchina di riserva per l’inglese, rimanendo inutilizzata. L’ultima di queste due occasioni si ha nella gara inaugurale della stagione 1982.

Il terzo telaio ha il primato in termini di eventi iridati effettivamente disputati. È al servizio di Elio De Angelis, dalla corsa in Costa Azzurra dell’anno 1981 fino all’appuntamento di Long Beach l’anno successivo. Nel 1982, però, non è adoperata in gara né in Brasile né in California, e come, in Africa assume una diversa denominazione.

La 87/04 debutta a Silverstone nelle vesti di Lotus 88B ed è al servizio del romano. Dopo la corsa inglese, nelle quattro gare estive dello stesso anno è usata da Mansell con molta poca fortuna. Ritorna in auge nel 1982, senza cangiarsi in versione ‘B’: in Africa del Sud svolge il compito di muletto per De Angelis.

Il quinto telaio debutta nella trasferta di fine stagione in Nord America. L’affidatario è Mansell. Nel 1982, diventa una ‘87B’, prima di essere trasformata nel tipo 91 già in occasione dell’appuntamento nello Stato di Rio de Janeiro, per divenire, in un secondo momento, una delle due Lotus 92 durante le prove invernali precedenti alla stagione 1983. Elio De Angelis ha occasione di usare questo telaio proprio in queste ultime vesti, nel contestato gran premio brasiliano del 1983.

(Continua)

Testo © eliodeangelis11.wordpress.com

"He drove racing cars with the same natural fluidity, feel and precision as he played classical music on the piano …"