Mike Doodson — “Elio de Angelis: wealthy talent … wasted?” — Grand Prix International, n.52/1982

Il testo qui riportato è inframezzato, paragrafo per paragrafo, dalla traduzione in lingua italiana curata dal presente sito. Lo scopo di tale scelta è agevolare il lettore, dando a egli motivo di confrontare con più agio il dato letterale originario. Il “Grand National” è una celebre corsa ippica che si svolge nei pressi di Liverpool. “Fon” è l’appellativo del marchese Alfonso de Portago: nella traduzione si preferisce una traduzione diversa maggiormente fruibile al grande pubblico. Con la locuzione “this time on the losing — but not necessarily the repenting — side“ si vuole alludere al fatto che Elio, liberandosi dalla Shadow, una scuderia che, ormai, non poteva ambire a molto, si ritrovò catapultato alla Lotus, squadra ancora di prim’ordine alla fine degli anni settanta.

He looks like a tennis player. He’s shown many times that he has the skill and the inclination to win Grands Prix. For goodness’ sake, he’s also an accomplished pianist who adores the work of Stevie Wonder. But at 24, Elio de Angelis is still without a GP victory. Money helped him to where he is, and money will take him further.  But the money which is important to him has nothing to do with the millions that stand to the credit of his wealthy father. What drives Elio de Angelis is his own worth in a high-priced profession.

Rassomiglia a un giocatore di tennis. Ha dato a vedere, parecchie volte, di possedere le qualità e la predisposizione per essere un vincente da Grand Prix. Per l’amor del cielo, possiamo riconoscergli di essere un pianista apprezzabile che adora l’arte di Stevie Wonder. Eppure, all’età di ventiquattro anni, Elio de Angelis è ancora a secco di vittorie. I baiocchi lo hanno agevolato per giungere fin dove è arrivato, e i quattrini lo sospingeranno ben oltre. Però, la pecunia che gli interessa non ha niente a che fare con i miliardi del cui possesso viene dato credito al papà benestante. Ciò che instrada Elio de Angelis è il riconoscimento del proprio valore in una professione ben remunerata.

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GIANCARLO CEVENINI — “TAG ’85 in vendita” — Autosprint n.25/1984

La notizia di mercato sul fronte motoristico, da prendere con le “pinze”, risale al periodo del Gran premio del Canada 1984. Nel numero precedente, Autosprint si era data cura di pubblicare un’intervista esclusiva con Mansour Ojjeh.

MONTREAL — Mansour Ojjeh, il gran capo della TAG che rilevò due anni fa il progetto voluto dall’allora capo della McLaren Teddy Mayer, ha già speso troppi soldi per il progetto TAG-Porsche e vuole ora monetizzare il suo investimento che ha raggiunto vertici incredibili. Ma trova una fiera opposizione da parte della McLaren che vorrebbe il motore in esclusiva. Mansour ha allora detto che per avere il motore in esclusiva per il prossimo anno la McLaren deve pagare non meno di 4 milioni di dollari, pari a poco di sette miliardi di lire, perché la TAG ha speso sino ad ora nel progetto con la Porsche l’astronomica cifra di 16 milioni di dollari, al cambio attuale 27 miliardi di lire. È una cifra che anche per un colosso come la TAG che dispone dei petrodollari (ora in calando) fa «tremare le vene e i polsi», tant’è vero che la TAG, da anni munifica sponsor della Williams, ha ridotto anche la sua presenza sulla macchina di Frank, limitandosi a una piccola presenza sull’alettone anteriore.

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“GLI ITALIANI/De Angelis commosso dall’abbraccio dei tifosi – Non c’è solo la Ferrari” — Autosprint n.19/1984

«Ci apprezzano anche se non guidiamo una macchina rossa», dice Elio.

Si inserisce un estratto da un più ampio articolo, dedicato alla gara dei piloti italiani nel Gran premio di San Marino del 1984. Esso è costituito dall’introduzione e da due brevi interviste, la prima con Elio de Angelis, l’altra con Andrea De Cesaris.

IMOLA — De Angelis ce la fa a tenere il motore della sua Lotus in vita fino in fondo alla gara di Imola e per lui è un buon terzo posto; De Cesaris, che ha avuto mille sorpassi da fare, rimane a secco e il suo duello con Elio lo perde all’economy run. La giornata degli italiani a Imola non è stata un granché. Ad Alboreto è andata buca per via di uno scarico rotto. A Fabi ha ceduto il turbo della Brabham. Cheever è rimasto senza benzina. Patrese ha detto addio al motore dopo sei giri. Baldi, il motore Hart, proprio non ce l’ha. E meno male che il finalone del gran premio si è animato per il duello del terzo posto tra De Angelis e De Cesaris. I due romani quel terzo posto di Imola lo volevano a tutti i costi. Anche a costo di restare fermi per strada senza carburante, come è poi toccato ad Andrea.

DICE DE ANGELIS: «Non sono riuscito a salire fisicamente sul podio perché sono rimasto bloccato, a secco con la mia Lotus, ma il terzo posto non me lo sono fatto portare via. Il duello con De Cesaris è stato arrembante. Ci giocavamo quattro punti iridati, il podio; nessuno voleva mollare e sapevamo di rischiare grosso. Ovvio che la lotta con Andrea non favorisse i consumi, ma che fare? Immagino che Andrea abbia alzato la pressione del turbo per tenermi botta e la cosa gli è costata cara».

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“Elio leaves” — Lotus World n.9/1985

L’articolo di commiato è tratto dalla rivista “Lotus World”, pubblicazione a cura del Club Team Lotus e della Lotus Cars Limited. La traduzione in lingua italiana è a cura del presente sito.

The sad news received too late for inclusion in our last issue was that Elio had decided to leave us at the end of the season. Long-lasting contracts between race drivers and teams have always been rare within the sport and Elio completed his sixth season with Team Lotus this year. Undoubtedly a very gifted person in a number of ways (his performances on water skis, the football field, the tennis courts and the piano have already been well documented) he has seen a great number of major changes with the Team during his spell with us. When he first joined us in 1980 it was at the invitation of Colin Chapman in the role of number two driver to our World Campion Mario Andretti. In only his second Grand Prix with us he produced a highly impressive drive finishing second in the Brazilian Grand Prix. He continued to shine throughout that season gaining fourth place in Italy and the US Grand Prix East and a sixth in Austria. It is as well to remember he was only 22 when he joined but he had already been marked down as a highly skilled driver due to his 1979 season of drives with the Shadow Team. His first season with us was under the Essex banner but John Player were to return the following season and from then on Elio was to be a familiar figure in his black and gold overalls. His first Grand Prix win came in 1982 (that classic finish in Austria is still a fond memory of the Team’s) and he has long been known for his very fast and consistent drives into the points so valuable to any Team.

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“La «Festa dei Campioni K»” — Autosprint n.8/1975

FIK = Federazione Italiana Kart. Elio de Angelis si era laureato campione italiano kart per la classe 100 nella stagione 1974.

La «Festa dei Campioni K» si svolgerà il 1. marzo all’Hotel S. Marco di Pontetaro, in provincia di Parma. L’ appuntamento è fissato per le ore 21. Viene indetta dalla FIK, che in tal modo intende ricordare con attestati di riconoscenza e di merito quanti hanno contribuito con prestazioni agonistiche di particolare valore e con apporti organizzativi e finanziari ad esaltare la complessa attività del karting nazionale.

In quell’occasione saranno premiati con diploma e distintivo d’onore Riccardo Patrese, campione mondiale 1974, Felice Rovelli, campione mondiale junior 1974, Paola Marchetti, vincitrice della Coppa Europa Dame 1974; i componenti la squadra azzurra vincitrice del Campionato d’Europa, e cioè Piero Necchi, Riccardo Patrese ed Edy (ndr Eddie) Cheever, i campioni italiani Giuseppe Gabbiani, Elio De Angelis, Gianfranco Baroni, Roberto De Angelis, Luigi Giannini, le Scuderie BM Piacenza e Tricolore di Reggio di Emilia, vincitrici del campionato italiano scuderie per le classi 100 e 125, la BM Motori Piacenza campione marche, la Iame per il motore campione del mondo, la Birel per il telaio campione del mondo e il capo della squadra azzurra Marco Mereghetti.

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“DE CESARIS 15 anni Campione d’inverno” — Autosprint n.10/1975

Questo è il resoconto della quinta e ultima prova del Trofeo Campioni, disputatasi a Guidonia Montecelio, alle porte di Roma, sulla “Pista d’Oro” il 23 febbraio 1975. Le gare erano riservate alle due categorie della classe 125cc. e alle tre categorie della classe 100cc. Nella stessa giornata, a Reggio Emilia, sulla “Pista Tricolore”, si dava inizio alla stagione kartistica dell’Italia settentrionale, con piloti come Giuseppe “Beppe” Gabbiani in lizza. La baronessa Giunti è la madre del compianto Ignazio Giunti. Le classifiche relative alle gare non sono disponibili.

ROMA – La quinta prova ha messo fine sulla pista romana al tormentato 8. Torneo dei Campioni.

Vincitore assoluto è risultato il giovanissimo Andrea De Cesaris, che si fregia così del titolo di Campione d’Inverno. Mai vittoria è andata ad un pilota così meritevole anche perché, oltre a tener d’occhio le classifiche delle altre classi e categorie, nell’ambito della sua ha dovuto rintuzzare l’offensiva di un altro pilota di valore quale Roberto De Angelis. De Cesaris ha accoppiato alla sua classe innata una calma olimpica, un senso tattico da sbalordire e tanta umiltà, motivi che fanno di lui uno dei giovanissimi di gran valore agonistico. Il suo avversario non è stato da meno, prendendosi il lusso della vittoria della giornata anche perché al vincitore assoluto bastava la seconda posizione nella gara conclusiva per chiudere in bellezza. Il piccolo Emanuele Pirro che aveva probabilità di vincere l’assoluta sia pure a pari punti con il vincitore, è mancato per fattori tecnici proprio all’ultima prova, annullando così le sue fatiche precedenti.

Mancato Elio de Angelis, nella prima categoria, la classifica assoluta vede primo Fabio Patuelli, meritatamente, seguito da Galli. La classe 125 2. categoria ha avuto in Giampaolo Melonaro il mattatore delle cinque prove, tanto da riuscire ad occupare la seconda posizione della classifica assoluta di tutte le categorie e classi. La sua scalata è stata progressiva e continua, anche se ha trovato nel romano Todini un avversario ostico e dotato di tanta tenacia.

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“Domina a ROMA NECCHI esordiente 125” — Autosprint n.8/1975

Questo è il resoconto della quarta prova del Trofeo dei Campioni, disputatasi a Guidonia Montecelio, alle porte di Roma, sulla “Pista d’Oro” il 9 febbraio 1975. Le gare erano riservate alle due categorie della classe 125cc. e alle tre categorie della classe 100cc.

ROMA – La quarta prova del Torneo romano, all’apice dei valore della classe 100cc. di prima categoria, doveva essere tutta di sapore tecnico, perché è evidente che una disparità di valore nei mezzi sacrifica l’individuale classe del conduttore relegandolo in posizioni di rincalzo negli arrivi. Necchi, Cheever, De Angelis, Gabbiani e Rovelli, tanto per parlare dei più rappresentativi in attesa del rientro di Gorini ancora da cartellinare, sono normalmente in un fazzoletto agli arrivi, ma quando fra loro si osservano delle distanze inusitate, è tutto un fattore di avanzata preparazione e di netta supremazia tecnica.

Con queste premesse la giornata si è snodata con meno verve, anche se si è registrata la novità di Piero Necchi esordiente nella classe 125 con il mezzo della BM che così debutta ufficialmente nella classe con il cambio.

I tempi di Necchi, al suo esordio nella nuova classe, sono da capogiro e sinora mai fatti registrare neanche dallo stesso Baroni. Sono all’orizzonte motivi nuovi per la classe con cambio, specie se la Casa piacentina darà corso alle premesse costruttive.

Veniamo alle gare. Si comincia con la mutilata prima categoria della classe 100cc. Sin dalla partenza è capofila Elio De Angelis e tale resta fino alla fine. È vivace la lotta ed agonisticamente tesa la seconda categoria. Il duello è tra Andrea De Cesaris, del Team Marlboro, e Roberto De Angelis. Va subito in testa De Cesaris e il suo vantaggio giro per giro tanto aumenta da diventare incolmabile.

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“Il C.U. kart imita Bernardini” — Autosprint n.10/1975

ROMA – Il commissario unico delle rappresentative nazionali Francesco Blasi, in una circolare inviata alla CSAI, al CNK ed ai componenti il comitato esecutivo della FIK, ha fatto presente quali saranno i criteri con i quali opererà per scegliere gli elementi con i quali partecipare alla intensa attività internazionale titolata, prevista dai programmi federali, e cioè il campionato europeo a squadre, il campionato mondiale assoluto, il campionato mondiale junior, la Coppa delle dame e il campionato europeo classe 125cc. Al punto primo di questi criteri di scelta sta l’assoluta preminenza ed i valori agonistici e sportivi e di esperienza acquisita, nonché l’attenta valutazione dei mezzi tecnici con consultazione di Case costruttrici di motori e di telai.

Il C.U. ha già stilato, inoltre, un elenco di «probabili» dividendoli in tre settori intercambiabili fra di loro, fermo restando il limite d’età. Del 1. SETTORE FANNO PARTE: Gorini, Necchi, Cheever, Gabbiani, Rovelli, Elio de Angelis, Bernazzoli e Scarabelli; DEL 2.: Graziano, Nicosia, Venturi G., Casiraghi, Bernazzoli, Ravaglia, Scarabelli, Fabi T., Antilli Siena, Campana, Lotteri, Cavalleri; DEL 3.: Bandinelli, Casiraghi, A. de Cesaris, E. de Angelis, R. de Angelis, Cavalleri, Fabi C., Graziano, Nicosia, Venturi. La rappresentativa per il Campionato del Mondo sarà formata a conclusione del campionato italiano cl.100 di 1. e 2. categoria.


ANONIMO — “Il C.U. kart imita Bernardini”, «Autosprint», Anno XV, 1975, 10, p.44

“GOLDSTEIN rinuncia al confronto” — Autosprint n. 6/1975

Questo è il resoconto della terza prova del Trofeo Campioni, disputatasi a Guidonia Montecelio, alle porte di Roma, sulla “Pista d’Oro” il 26 gennaio 1975. Le gare erano riservate alle due categorie della classe 125cc. e alle tre categorie della classe 100cc. Il belga François Goldstein, specialista della disciplina kartistica, si laureò cinque volte campione del mondo, l’ultima volta nel 1975, proprio ai danni di Elio de Angelis.

ROMA – Francois Goldstein, dopo il suo passaggio con armi e bagagli nel clan della BM, presente a Roma per iniziare a prendere confidenza con i nuovi mezzi e da diversi giorni in allenamento sulla pista romana, era il motivo d’attrazione non certo sportivo, della terza prova dell’ottavo Torneo dei Campioni. Poi però il belga, constatato che i suoi tempi, malgrado ogni predisposizione dei suoi nuovi datori (non certo di lavoro) di motori e telai non sfioravano i migliori degli stessi alfieri della BM, ha preso il primo vagone letto per Bruxelles.

Mancato questo motivo, ripetiamo solo da riscoperta soubrette, ne è intervenuto uno di base, cioè le condizioni atmosferiche che con una pioggerella ed un’aria sciroccale da fastidio, ha reso il tracciato romano di una viscida scorrevolezza da far venire alla ribalta piloti che con il «manico» ci sanno fare. È il motivo agonistico che ci fa trovare all’apice delle classifiche della tormentata giornata Lele Pirro, nella terza categoria, Luigi Giannini nella 125 prima categoria, e Andrea De Cesaris.

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“Poco edificante BEFANA dei «Campioni»” – Autosprint n.3/1975

Un resoconto, tratto dal settimanale Autosprint, della prima e della seconda prova del “Trofeo dei Campioni”, disputatesi in due giornate distinte all’inizio del nuovo anno, il 5 e il 6 gennaio 1975 nell’Autodromo Pista d’Oro, a Guidonia Montecelio. Le gare erano riservate alle due categorie della classe 125cc. e alle tre categorie della classe 100cc. Sono citati i tre fratelli de Angelis, vincitori, nella loro classe, delle gare della prima giornata. Altri nomi, familiari al grande pubblico, trovano menzione.

ROMA – La pista d’Oro di Roma, con due giornate consecutive di gare, ha dato l’avvio al suo tradizionale e classico Trofeo dei Campioni giunto alla sua ottava edizione, aprendo anche la stagione agonistica ’75 con la presenza di un foltissimo lotto di piloti proveniente da tutta Italia per una iniziale presa di contatto. Le attese erano tante e, particolarmente i primi sussulti dei propulsori di recente omologazione hanno tenuto banco, anche se non è sfuggito il debutto di un nuovo telaio della Birel ai suoi primi collaudi. Le decisioni infine del Consiglio Federale sull’utilizzo dei piloti per la rappresentativa nazionale hanno determinato già un vespaio. Tutti si sentono candidati e tanto è un bene, ma è dannoso, a nostro parere, pretendere di farne parte quando ancora i valori, la preparazione tecnica e sportiva è agli allori, e nulla di positivo per il momento è trapelato. La presenza massiccia della Scuderia Sirio, che sta determinando, se non l’ha già determinato, un nuovo modo di fare karting all’apice dei valori della prima categoria, facendo da frusta a tutto l’ambiente, ha fatto chiaramente capire agli avversari che la trita polemica a nulla vale, è oramai acqua passata e non macina più, ma ben altro in preparazione, in serietà professionale, in oculata conduzione occorre per erigersi ad avversario continuo e non da fuoco fatuo. Veniamo alle gare delle due giornate.

Recital della classe 125cc. il 5 gennaio e tripletta di vittorie dei De Angelis, Elio, Roberto e Andrea, i tre fratelli terribili nella prima romana. Una classe, la 125, in continua ascesa ed una preoccupante flessione di presenze della classe 100cc. Una flessione, specie quella della terza categoria, che deve far riflettere i reggitori dell’attuale FIK. Sembra di vivere con questo Consiglio l’era del centrosinistra irreversibile.

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Molti «fulmini» del CIK — Così cambiati di categoria i piloti K – Autosprint n.2/1975

CIK = Campionato italiano karting. CSAI = Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, organo interno all’ACI. Si noti come vengano citati nella classe 100cc. anche Roberto de Angelis, fratello di Elio, ed altri piloti che acquisiranno negli anni a venire fama.

ROMA – Si è riunito a Roma il Comitato Nazionale Karting per la definizione dei passaggi di categoria dei piloti e per alcuni provvedimenti disciplinari e questa è stata, forse, l’ultima riunione del Comitato Nazionale in attesa della nuova composizione della CSAI democratica. Dopo attento esame delle «posizioni», sono così stati stabiliti i trasferimenti di categoria:

CI.100cc.

dalla 3. alla 2. categoria: Audenino Bruno, Baldazzi Paolo, Bartolini Claudio, Casiraghi Luigi, Cavalleri Enrico, Cò Vittorio, Crepaldi Valerio, De Angelis Roberto, De Cesaris Andrea, De Min Renzo, Di Vita Luciano, Fabi Corrado, Fabi Teodorico, Fantini Giovanni, Gaudenzi Roberto, Iachelli Angelo, Lancieri Sergio, Lopez Eusebio, Marcina Luciano, Martinoli Robledo, Montani Claudio, Perini Guerrino, Perticaroli Luigi, Ronca Giuliano, Salamone Ignazio, Sassi Pietro, Selvatici Sergio, Tassone Bruno, Tresse Flavio, Vanoni Renato, Vergari Pietro, Vestri Duccio, Vestri Giancarlo, Villa Mauro.

dalla 2. alla 1. categoria: Bernazzoli Paolo, De Angelis Elio, Leotta Giovanni, Lotteri Giorgio, Masini Walter, Rovelli Felice, Scarabelli Maurelio.

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Mario Minini — «Ne vincerò degli altri … » – GP Austria 1982 – Rombo n.33/1982

Elio de Angelis è il terzo pilota, nel 1982, a vincere il proprio primo gran premio in carriera, evento già occorso a Riccardo Patrese (Gran premio di Monaco, su Brabham) e a Patrick Tambay (Gran premio di Germania, su Ferrari). Si trattò del terzo trionfo italiano in Austria: il ferrarista Lorenzo Bandini, nel 1964, si affermò sull’aerodromo militare, invece Vittorio Brambilla, su March, nel 1975, all’Österreichring. È anche la prima vittoria della Lotus dal 1978 e la settantaduesima in totale per la scuderia britannica.

La vittoria non ha sgelato troppo ELIO

«Ne vincerò degli altri … »

ZELTWEG – Anche Elio de Angelis ha vinto il suo primo Gran Premio come Riccardo Patrese che ho visto prima fumare e poi volare come un falco ferito sull’erba del prato mentre correva verso la prima vittoria «modello Ecclestone» (quella della corsa in due spezzoni), che Mauro Forghieri riteneva impossibile.

— Elio, a chi dedichi questa vittoria?

«A me stesso, a tutto il lavoro che ho fatto in questi tre anni, a tutte le amarezze, alle delusioni, alle fatiche».

— Non c’era tuo padre a vederti vincere. Peccato.

«No, meglio così». E non ha spiegato la ragione, forse temeva che il genitore si emozionasse troppo, forse la ragione era diversa; come si fa a capire a fondo questo ragazzo di eccezionale talento ma tanto freddo e glaciale che nemmeno una vittoria del genere è riuscito a sciogliere? Forse Elio, il ragazzo che firma con la sinistra come Leonardo da Vinci, gioisce o soffre tenendo tutto dentro. Era sicuramente molto più freddo di Colin Chapman che tornava alla vittoria dopo un secolo. Eppure per giri e giri aveva sentito l’ansito del motore di Keke Rosberg che si avvicinava, il suo arrivo in volata sembrava quello di una gara ciclistica o di una corsa di cavalli. Ci si aspettava che l’annunciatore dicesse: «Vince Lotus montato dal fantino Elio De Angelis per una corta incollatura su Williams montata da Keke Rosberg».

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Franco Bonaventura — “Un quinto posto che vale di più” – GP Spagna 1981 – Rombo n.10/1981

La breve intervista fu raccolta al termine del Gran premio di Spagna 1981, disputatosi a Jarama e divenuto famoso per il “trenino” di vetture che Gilles Villeneuve si portò dietro a lungo fino all’arrivo. Per Elio de Angelis fu la prima gara in Lotus con i colori della John Player’s, essendo stati limitati gli spazi a fruizione della Essex sulla livrea. Le dichiarazioni del pilota romano devono essere contestualizzate, in quanto, dopo il gran premio belga, Nigel Mansell stava rivendicando maggiore considerazione agli occhi della squadra ed era appena nata una rivalità fra i due. Il confronto fra i due per la primazia si sustanziava in dichiarazioni a mezzo stampa volte a intimorire l’avversario. In più, l’italiano era psicologicamente provato per la vicenda della Lotus 88, che stava toccando marginalmente il britannico.

Gli italiani sono arrivati al traguardo con un solo rappresentante, Elio de Angelis. «All’inizio per non farmi coinvolgere nel caos della partenza ho preferito perdere qualche posizione, infatti sono passato al quattordicesimo posto. Poi ho visto che la mia macchina andava bene ed ho cominciato una rimonta che ha dell’inverosimile. La macchina andava veramente molto bene e nel finale, quando mi sono trovato a pochi passi dai primi, non ho potuto chiedere di più al mezzo per il fatto che avevo dovuto sollecitare ogni parte per rimontare gli altri. Per me, questo quinto posto vale molto di più di quando sono arrivato secondo o terzo. È un quinto posto che ha richiesto tutta la mia abilità di guida e di concentrazione. In altre occasioni avrei potuto affermare che vale quasi quanto una vittoria. È segno che anche Chapman ha cominciato a fare vetture che possono competere per la vittoria finale. Staremo a vedere adesso cosa succederà a Silverstone con la Lotus88/B, chissà che non sia possibile riservare qualche bella sorpresa per gli sportivi italiani».


FRANCO BONAVENTURA, “Un quinto posto che vale di più”, «Rombo», Anno I, 1981, 10, p.11

“Pillole”

Nota di servizio per i fruitori del sito: da oggi, è attiva una nuova rubrica, denominata “Pillole” e raggiungibile direttamente dal menù orizzontale in alto o da quello qui a fianco, a sinistra. Conterrà curiosità e brevi scambi di battute. A seconda delle esigenze, potrà essere il materiale ivi contenuto trasferito e smistato in ulteriori sottosezioni.

Franco Bonaventura — «Con gomme a posto vincevo!» — AUTOSPRINT N.5/1980

Tratto dal numero del settimanale Autosprint, un breve approfondimento sul pilota romano, con relativa intervista a caldo nei momenti successivi al Gran premio del Brasile del 1980. L’articolo è contenuto nel numero relativo all’approfondimento sulla gara. Elio de Angelis, in questa occasione, colse il primo podio in carriera, un secondo posto alle spalle di Arnoux. In calce, alcune battute rilasciate dal padre Giulio de Angelis. Si riporta il testo esattamente come trovasi pubblicato, tranne un’interpolazione segnalata fra parentesi.

INTERLAGOS – Era da due anni che un italiano non saliva sul podio in un gran premio di F.1, e molti di più che due italiani fossero presenti in classifica nei primi sei posti. Ambedue i nostri piloti si sono comportati da veri e maturi campioni. ELIO DE ANGELIS è stato addirittura superbo. Visto che contro le due Renault non c’era niente da fare, ha badato a contenere il consumo delle gomme guidando con perizia da campione consumato. Dopo la premiazione felice come non mai con ancora la corona d’alloro che gli cingeva il collo, così ha raccontato la sua impresa.

«All’inizio ho creduto di salvare le gomme, in quanto con il pieno di benzina era molto pesante. Poi, mano mano che si alleggeriva sono cominciato (ad) andare anche più forte, tanto che mi sono fatto sotto ad Arnoux. In molti punti della pista ero molto più veloce delle Renault, ma sul rettilineo mi prendeva circa trenta-quaranta metri. Per me non sarebbe stato un problema passarlo se le gomme davanti non si fossero deteriorate. Per quindici sedici giri ho provato a tirare guadagnando qualcosa su Arnoux e poi il problema delle gomme mi ha costretto a rallentare per cercare di non compromettere la gara che avevo fatto sino a quel momento. Ho effettuato una buona partenza riuscendo a passare al secondo giro Villeneuve, dandomi da fare nei primi giri senza rischiare molto. Non volevo assolutamente sbagliare anche perché sentivo che avrei fatto una bella gara.

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