Lotus 88



EventoRisultato
Gran premio USA Ovest 1981Non ammessa
Gran premio Brasile 1981Non ammessa
Gran premio Argentina 1981Non ammessa
Gran premio Gran Bretagna 1981Non ammessa

L’articolo, un excursus storico per fissare i punti della vicenda, è a cura del presente sito, il quale si riserva il diritto di modificarlo mediante delle aggiunte per circostanziare gli eventi con maggiore precisione. Si prega di rispettare il diritto d’autore limitatamente al testo.

All’indomani del primo gran premio della stagione, l’appuntamento di Kyalami, stavolta non valevole ai fini del campionato, il giovane magnate statunitense David Thieme, socio in affari di Chapman, organizza uno sfarzoso ricevimento alla Royal Albert Hall di Londra agghindata con i colori a tema. Tra gli eventi in programma, trova posto quello principale, la presentazione di quelle vetture che sono il biglietto da visita della Essex Overseas Petroleum Corporation sulla scena delle corse motoristiche. Gli occhi dei quasi mille astanti, fra cui il primo ministro Thatcher e Ray Charles, non sono catalizzati tanto sulla vettura destinata a calcare le gare della CART d’oltremanica, quanto sulla piattaforma reclinata sulla quale è posata, in mezzo a giochi di luce, una macchina che, a prima vista, appare essere una Lotus 86.

Una settimana prima del Gran premio degli USA Ovest, Colin Chapman indice una conferenza all’Hotel Heatrow di Londra per esibire meglio alla stampa la sua nuova creazione. Nell’esporre le caratteristiche tecniche della vettura, spiega di avere agito al limite del regolamento tecnico ma non in maniera illegittima. Come egli stesso spiegherà nel corso delle fasi concitate dell’appuntamento californiano, questa Lotus si mostra del tutto compiacente verso l’interpretazione letterale delle regole vigenti ma, probabilmente, non del tutto verso lo spirito della legge. Vengono effettuate dei collaudi preliminari a Riverside.

Si arriva a Long Beach. La macchina passa indenne a un preliminare indagine, eseguita da un collegio di periti della SCCA, condotta il giovedì antecedente alla gara californiana. Viene, in un primo momento, ammessa alla competizione. Alle ore dieci della mattina del venerdì, Elio de Angelis è in pista per la prima delle uniche tre tornate completate in questa sessione, quantunque le altre scuderie di punta inizino a vociare, prima sommessamente, poi facendo maggiore trambusto. Infatti, durante tutta l’ora precedente, i commissari sono stati impegnati a sentire le ragioni insite nelle proteste di qualcheduno, nel corso di una riunione serrata. Ben undici squadre finiscono per interessarsi alle sorti dell’argentea Essex, essendosi unite anche le ultime astenute, l’ATS, la Fittipaldi, la Theodore e la Tyrrell. Poco prima di mezzogiorno, terminano le prove: il tempo migliore fatto segnare dall’italiano è di ben nove secondi più lento di quello cristallizzato con una Lotus 81 aggiornata. Il modesto risultato è addebitabile pure al fatto di essere rimasto indaffarato anzitempo a cagione dei problemi di pescaggio. I riscontri ottenuti nelle fasi ultime del pomeriggio sono irrisori. Alle ore sei pomeridiane dello stesso giorno, i commissari di gara rilasciano un comunicato. Il tenore è questo: in considerazione delle proteste contro la presunta irregolarità della Lotus, dopo avere vagliato meticolosamente le prescrizioni regolamentari di più difficile comprensione, e avere sentito, in colloqui informali, le parti in contesa, si decide nel senso di dare ragione ai contestatori. Il punto dolente sembra essere la carrozzeria e il modo in cui essa si innesta sul corpo della vettura, eppure si rimane nel vago. Per di più, a dare esecutività a tale decisione, si passa alle sanzioni vere e proprie: l’ordine è che i tempi fatti registrare sul cronometro dalla vettura, e valevoli per le qualificazioni, cadano nel vuoto, venendo invalidati. A riconoscimento dell’estro di Chapman, il presidente del collegio giudicante, John Bornholdt, afferma essere un indice della fecondità creativa degli uomini della Lotus proprio il fatto che la decisione finale sia giunta dopo una ponderata valutazione, un attento esame durato nove ore. A questo punto, non passa mezz’ora che Chapman avanzi immediatamente un reclamo dinanzi all’AC degli Stati Uniti (ACCUS). Frattanto, gli viene accordata la possibilità di completare le sessioni qualificatorie e non, precedenti alla corsa finale. Quanto alla gara vera e propria, gli accordi sono in questo senso: la Lotus 88 potrà parteciparvi ma con la condizione di non potere collezionare eventuali punti valevoli per il campionato costruttori in caso di provvedimento di secondo grado sfavorevole, confermativo della squalifica. Chiarita, temporaneamente, la situazione, si alza un nuovo polverone il giorno seguente. Alle ore undici, per il vero, viene notificato alla Lotus un comunicato non vidimato, di cui è latore l’organizzatore del gran premio di Long Beach, la cui provenienza è presumibilmente da far risalire al collegio giudicante di primo grado. In esso, la decisione di comodo, presa nella giornata precedente, è ribaltata a detrimento della Lotus. Chapman, imperterrito, manda lo stesso in pista il suo alfiere. A questo punto, a un incredulo de Angelis viene sventolata, senza indugio, la bandiera nera nella sessione mattuttina del sabato. Chapman monta su tutte le furie e allestisce una nuova conferenza stampa per chiarire le sue posizioni. Depreca la mancanza di obiettività dei giudici di gara, colpevoli di prendere decisioni avventate, senza adeguate motivazioni. Si lamenta di non essere stato informato previamente in maniera consona, e si chiede quale grado di vincolatività la loro decisione possa avere, non essendo stata riversata nero su bianco. “Gradiremmo essere confortati da una dichiarazione scritta,nella quale venga chiaramente spiegato in quale modo la macchina stia aggirando le regole”. Si domanda, inoltre, perché mai i giudici di gara si siano determinati a dirimere il caso evitando di confrontarsi con la posizione assunta dai commissari tecnici. Non le manda a dire neanche agli avversari: “Sono curioso di sapere su quali basi gli altri costruttori hanno divisato di muovere obiezioni alla mia vettura. Il fatto che non si siano degnati di specificare quali indugi abbiano, mi induce a pensare che non siano veramente così consapevoli di quali siano le nostre irregolarità”. Per tutta risposta, il presidente del primo organo giudicante, Bornholdt, afferma che le regole sportive FISA in tema di giudicato pendente sono nette: la vettura non può correre fino al momento in cui sia assunta una decisione definitiva. Con riguardo all’assenza delle motivazioni a supporto dell’ultima risoluzione, lo stesso Bornholdt afferma la piena legittimità della volontà di non inserirle, non essendo obbligatoriamente richieste in virtù delle prescrizioni della FISA. A Chapman, dunque, non resta altro che impugnare i provvedimenti dinanzi all’ACCUS, al RAC e all’Automobile Club monegasco.

Il 19 marzo, in Georgia, una corte di appello dell’ACCUS dà ragione a Chapman. Forte di questa vittoria, il Team Lotus organizza la trasferta in Sudamerica con l’animo rincuorato. In Brasile, però, la FISA ribadisce giustamente come la corte di Atlanta abbia una competenza territoriale limitata al territorio statunitense, e che, addirittura, il giudicato non abbia capacità alcuna di produrre efficacia in relazione agli eventuali gran premi organizzati nello stato nordamericano, fuorché quello di Long Beach.

Anche nel nuovo circuito di Jacarepaguá lo scritunio preliminare ha un esito positivo ma ciò non basta a evitare le polemiche, rintuzzate dai reclami sporti da sei scuderie, tra le quali si annoverano indistintamente esponenti della FOCA e della FISA. Il fronte è ancora compatto contro la squadra di Norfolk ma qualcuno si è già defilato, rendendosi conto che la Brabham BT49C debba ricevere maggiori attenzioni. La creazione di Murray, con le sue sospensioni idropneumatiche si abbassa pericolosamente in piena velocità, oltre il limite regolamentare dei sei centimetri. Nel corso delle prove della mattina del venerdì, gli organizzatori chiedono di visionare la vettura. Lo scopo è accertare la sua conformità alla prescrizione regolamentare richiedente che la carrozzeria rimanga a una certa altezza da terra nell’evenienza dello sgonfiamento di un pneumatico. Lo stesso François Mazet, dieci anni prima pilota di Siffert sulla March 701/5 e promotore del Paul Ricard e, ora, addetto alle pubbliche relazioni della Essex Petroleum, si presta alle richieste, infilandosi nell’abitacolo a simulare il peso aggiuntivo di un pilota a bordo. All’esito di questo esame, la Lotus 88 non è respinta. Ancora, i meccanici ottemperano a una nuova pretesa avanzata, quella di muovere la vettura, perfettamente integra, avanti e indietro per accertare se tocchi il suolo. Di nuovo, i consulenti rimangono delusi, con disappunto, fin quando un funzionario, credendo di essere irretito, sale di peso sulla macchina dimostrando con ilarità le ragioni dei commissari. Dopo l’accaduto umiliante, non vengono elargiti ulteriori chiarimenti in merito alle risultanze delle valutazioni amatoriali eseguite. Giunta l’ora delle prove pomeridiane, a Elio de Angelis viene sbandierato il drappo nero, con la seguente motivazione beffarda: per la direzione di gara la carrozzeria risulta venire a contatto con l’asfalto. Segue un confronto serrato in cui le parti in causa faticano a comprendere le ragioni dell’altro, anche perché le spiegazioni di chi fa gli onori di casa giungono in portoghese. La disputa è parzialmente appianata quando la FISA rilascia un comunicato, contenente una traduzione in lingua inglese, facente ugualmente fede, del testo redatto dai commissari di Rio. A questo punto, uno sconsolato Chapman dichiara di essere intenzionato a schierare ben due Lotus 88 in Argentina. Egli ben comprende che le artificiose argomentazioni degli organi sportivi giudicanti, perlomeno quelli in loco sui circuiti, sorgono dalla volontà di assecondare a tutti i costi le petizioni degli avversari del Team Lotus. La ripicca da parte di costoro è palese quando si pensi che, di fronte ad altre passate innovazioni presentate da Chapman stesso, le squadre le avevano, tutt’al più, accettate ma con riserva. Ora, si chiede direttamente la squalifica ed è lecito pensare che i novizi organizzatori abbiamo agito sotto pressioni che possano essersi spinte fino a integrare comportamenti intimidatori. Tutti, però, sono ancora concordi su un fatto, vale a dire riconoscere che il regolamento tecnico, sul punto, appaia fumoso, mancando di precisione e chiarezza. Il punto nodale della questione rimane il fatto che la spinta verso il basso venga trasmessa direttamente agli organi della sospensione attraverso alcuni espedienti che l’antesignana della FISA, la CSI, soppresse nel 1969, in ragione della sicurezza.

In Argentina, la Lotus 88 non riesce neanche a passare la fase delle verifiche preliminari, ma nella stessa situazione si trovano anche la Ferrari di Pironi e la Arrows di Patrese. Il fatto che manda su tutte le furie Chapman è che la commissione tecnica dell’Automobile Club dell’Argentina non ne disconosce l’alto valore e la pregevolezza, in termini di innovazione nella ricerca tecnologica. A dire la verità, bisognerebbe annotare un fuoripista da parte di Elio de Angelis, durante la sessione dei collaudi dedicata alle gomme. Ciò accade il giorno precedente all’inizio delle prove cronometrate ufficiali. Ancorché Colin decida di abbandonare definitivamente il circuito prima dell’inizio delle prove, fa in tempo a rilasciare un duro comunicato, che gli vale una sanzione amministrativa pecuniaria applicata discrezionalmente dalla FISA. Elio, a questo punto è costretto nuovamente a utilizzare la vecchia 81, e dopo un incidente nelle prime fasi della corsa, con determinazione riesce a ottenere un punto. Chapman, pronto a sostenere con avaccianza di parola il confronto, rilascia un messaggio alle ore nove della mattina del 10 aprile 1981. Questo ne è il tenore letterale:

“Nel corso delle ultime quattro settimane, abbiamo provato a portare ufficialmente in pista la nuova Essex-Lotus 88 in un Gran Premio, senza riuscirci.

Per due volte è stata reputata conforme alle regole, in sede di esame tecnico, ma per altrettante volte è stata fatta oggetto di esclusione da parte dei commissari di gara, messi sotto pressione da gruppi di persone mossi da interessi comuni. La Corte di Appello Federale statunitense ha ribadito la legittimità delle soluzioni adottate sulla nostra macchina e ha espresso una raccomandazione vincolante circa il permesso di farla gareggiare; è stata, tuttavia, ancora una volta esclusa dai contestatori e da una bandiera nera.

Ora, siamo stati intimati nuovamente di farci da parte in occasione del Gran Premio dell’Argentina, nonostante un organo collegiale, composto da periti, diramazione dell’Automobile Club argentino, abbia espresso commenti positivi sul disegno innovativo che questa vettura possiede e sulla meritevolezza delle sue soluzioni, per quanto attiene al profilo tecnologico.

In nessun momento, durante tutto questo calvario, un commissario o un perito ha esposto valide ragioni per argomentare la nostra esclusione, che siano state in conformità con il contenuto delle prescrizioni o con l’intenzione dell’autore delle disposizioni giuridiche.

È un dispiacere particolare che ciò sia dovuto accadere nel Gran Premio dell’Argentina, in quanto questo evento ha segnato più di un momento memorabile nella storia del Team Lotus. Fu qui che, nel 1960, siamo stati accolti in questa comitiva di sportivi, con la nostra prima Formula Uno in assoluto, innovativa tanto quanto lo è nel suo genere, nei tempi odierni, la Essex-Lotus 88. Sempre da queste parti, nel 1977, abbiamo fatto debuttare la vettura a effetto suolo, la prima che abbia mai calcato le scene di una competizione motoristica, un principio da cui, da allora, ogni macchina da Formula Uno ha saputo trarre ispirazione.

Attraverso questi anni, abbiamo assistito ai cambiamenti che hanno avuto luogo nelle corse da Grand Prix, e pure, sfortunatamente, alla degenerazione della competizione leale tra uomini di sport, ridottasi a lotte di potere e a manovre, dalle finalità politiche, tra manipolatori e uomini d’affari, intenti in un perenne tentativo di speculazione, per trarne benefici indebiti.

Abbiamo responsabilità verso il pubblico dei Grand Prix e nei riguardi dei nostri piloti, e questa considerazione ci ha trattenuti dal ritirare le nostre vetture da questo evento. A ogni modo, per la prima volta da quando la mia storia nei Grand Prix ha avuto avvio, ventidue anni or sono, non presenzierò nei box del Team Lotus durante una gara per la suddetta ragione. Durante questo periodo, nessuna squadra ha vinto più gare o più campionati di noi, nessuno ha maggiormente influenzato il modo di disegnare le vetture da corsa più di quanto ci siamo spesi per farlo, tramite innovazioni che hanno già trovato il loro viatico per l’applicazione sulle automobili di tutti i giorni, a beneficio dell’implemento della sicurezza e del risparmio energetico. Nonostante tutto ciò, siamo stati sottoposti a un’insopportabile pressione promanante dai nostri rivali, intimoriti dallo scenario profilantesi e cioé che, ancora una volta, siamo in procinto di inaugurare una nuova moda che, forse, loro tutti saranno costretti a seguire.

La faccenda seguirà il corso, e affronterà un nuovo passaggio, la Corte d’Appello della FIA, entro un tempo non superiore a quindici giorni. Difenderemo i nostri diritti con tutte le prove documentali che potremo collezionare, per la difesa di una causa degna di considerazione da parte nostra.

Quando tutto questo sarà portato a naturale conclusione, assieme al mio amico e sponsorizzatore, David Thieme della Essex Motorsport, prenderò in considerazione se mai le competizioni motoristiche siano ancora ciò che si prefiggono di essere: il culmine delle gare motoristiche e il conseguimento ultimo dell’evoluzione tecnica. Purtroppo, questo non sembra essere più la situazione attuale, e, se qualcuno non tenta di mettere dell’ordine, la Formula Uno si trasformerà presto in un ginepraio di plagi, di cavilli legali e di interpretazioni meschine delle disposizioni, meschine poiché imposte da cerchie elitarie, accumunate dai medesimi interessi, loro stesse instradate da personaggi per i quali la parola ‘sport’ appare priva di valore”.

La presa di posizione formale da parte della Lotus ha come effetto una reprimenda da parte di un confuso Jean-Marie Balestre, ma non solo, in quanto questi proclama la contrarietà del comportamento di Chapman alle vincolanti regole pattizie del “Patto della Concordia”. Il risultato, la lesione dell’immagine a danno del Campionato del Mondo e dei rispettivi organizzatori e promotori, produce il sorgere di un’obbligazione risarcitoria a carico dello stesso Chapman, da liquidarsi con una somma il cui ammontare risulta pari a centomila dollari. La reazione della FISA non lascia indifferenti tredici degli altri concorrenti, i quali prendono parzialmente le parti della squadra del Norfolk, sdegnati dalla spropositata reazione sanzionatoria e intimoriti di potere essere, in futuro, bersaglio facile delle ire del presidente della FISA. Grazie a questa presa di posizione parzialmente inaspettata, la misura viene revocata dieci giorni più tardi. Questo il documento ufficiale prodotto dalla FISA, a seguito della conferenza di un poco lucido Balestre, farraginoso e titubante nell’esposizione delle argomentazioni delle proprie posizioni, capace di ingarbugliare le vicende della Lotus con quelle delle altre scuderie, dalle soluzioni tecniche altrettanto tentennanti sotto il profilo della legittimità.

“Un comunicato da parte della ESSEX MOTORSPORT, rilasciato alla International Press, discredita il Campionato del Mondo (ndr organizzato dalla FISA). Pare doveroso da parte della FISA difendere i suoi licenziatari (siano essi i funzionari o i concorrenti) ogniqualvolta siano oggetto di attacchi e falsità di tale portata, e fare in modo che le regole secondo cui trova svolgimento il campionato del mondo vengano rispettate.

Nel comunicato della ESSEX MOTORSPORT, per quanto ne faccia fede la firma apposta, non possiamo riconoscere lo stile a cui Colin Chapman ci ha abituati per troppi anni, bensì quello dei suoi fedeli consiglieri, i quali, nelle ultime settimane, sembrano avere perduto tutta la loro sobrietà.

Codesta nota presenta Colin Chapman rivestire il ruolo del costruttore idealista, l’unico a doverlo essere, il solo demiurgo dello spirito estroso palesantesi nella Formula Uno, la vittima di una cospirazione superna capeggiata da: citiamo da un suo passaggio, le lobby, alcuni sportivi scellerati, i politici e gli affaristi, abili a manipolare la ragione dei commissari sportivi. La FISA si addossa l’onere di ricordarVi che l’unico consesso che ha agito in qualità di gruppo di pressione, e che ha dato inizio al ‘caso Lotus T88’ risulta composto da: Renault, Williams, Ferrari, Alfa-Romeo, Talbot-Ligier, Brabham, McLaren e Osella, i quali hanno principiato con l’avanzare istanza di protesta al Gran Premio di Long Beach, affinché fosse rispettato il Regolamento Sportivo. Agli occhi della FISA, questi costruttori hanno pienamente diritto allo stesso rispetto di cui gode il signor Chapman, e, per diversi anni, il loro contributo allo Sport, è stato, almeno, al pari d’importanza di quello reso dal signor Chapman e dalla ESSEX MOTORSPORT.

È abbastanza risibile leggere di una dialettica della ESSEX MOTORSPORT improntata alla condanna delle manovre e dei poteri dell’alta finanza, proprio essa il cui centro operativo è sito nel Principato di Monaco e i cui spettacoli non hanno mai dato il benché minimo sentore del senso della moderazione. La FISA, la quale è stata in questi ultimi cinque giorni a supervisionare e appurare la correttezza delle azioni degli ufficiali e dei commissari di gara del Gran Premio di Argentina, garantisce circa la loro assoluta integrità, la loro probità e la totale indipendenza.

Il signor Chapman ha ragione sopra una questione: la FISA ha messo Pressione sui funzionari in occasione del Gran Premio di Argentina. Effettivamente, ha tentato di convincerli a mostrare indulgenza nei riguardi della Lotus T88 e di applicare una sospensione della decisione sulla base della nuova situazione in essere intervenuta dopo l’appuntamento in Brasile, costituita da ciò che sarà convenuto dalla corte internazionale d’appello della FIA, da convocarsi in data 23 aprile (entro dodici giorni).

In ossequio alle regole, ogni volta che un’alta corte si raduna per esaminare un caso, le parti devono astenersi da qualsivoglia intervento pubblico inopportuno, e debbono sottostare con discrezione all’autorità decisionale dei Giudici.

Con la firma del Concordato, il signor Chapman si è impegnato a rispettare queste prescrizioni. Ha, pertanto, appena inadempiuto a questi impegni in modo diffamatorio. Come risultato di ciò, la FISA ha deciso di trasmettere il comunicato della ESSEX MOTORSPORT alla Corte della FISA, affinché sia accluso all’incartamento relativo alla Lotus 88, e di agire in giudizio in qualità di parte civile dinanzi alla succitata Corte.

Inoltre, in considerazione della violazione, nel caso di specie, dell’art. 151 (c) del Capo XV, e dell’art.58 e, ai sensi dell’art. 152 del Regolamento sportivo e delle clausole del Patto della Concordia, la FISA ha notificato al Team ESSEX MOTORSPORT LOTUS una pena pecuniaria della somma di 100.000 dollari, a prescindere da qualsiasi altra sanzione il Comitato Esecutivo della FISA, al quale gli atti sono stati trasmessi in data 16 aprile, decida di adottare nell’udienza fissata.”

In questa udienza parigina, tenutasi il 23 aprile, la Lotus 88 viene cassata definitivamente, nonostante un’inappuntabile difesa da parte dei legali di Chapman. Sotto il primo profilo, il cosiddetto ‘telaio primario’ non si conforma alla definizione data dal ‘Libro Giallo’ della FIA: il ‘telaio’ di cui alle prescrizioni è considerato nella sua unitarietà costruttiva, perciò la carrozzeria deve essere integrata con quest’ultimo. Per lo sconsolato Chapman, ritornato immediatamente in patria con un volo privato, al contrario, l’unica definizione vincolante pare essere riposta nelle clausole inserite nel Patto della Concordia. L’inglese accusa di ignavia il collegio giudicante, reputate persone dalla mentalità ristretta, incompententi a giudicare i tecnicismi propri del linguaggio ufficiale adottato dal Patto della Concordia. Lamenta il difetto di coerenza nelle motivazioni, la mancanza di trasparenza, deprecando la scelta di non prendere in considerazione l’intento del legislatore racchiuso nelle parole adoperate. Nel frattempo, David Thieme viene arrestato a Zurigo, incriminato per il delitto di malversazione. Il provvedimento limitativo della libertà personale ha la durata di due settimane, poi viene rilasciato senza possibilità di formulare accuse a suo carico, tant’è che di lì a poco lo si ritrova al fianco di Chapman a Zolder. A questo punto della stagione, all’indomani della sentenza, Chapman dichiara di non avere a disposizione i finanziamenti necessari per completare una terza Lotus 88, già in costruzione. Nel primo pomeriggio di giovedì 28 aprile, alle ore 14:30, Colin invia un telegramma alla FISA, proclamando di essere disposto a disertare il Gran Premio di San Marino, il primo appuntamento stagionale europeo, sulla base dell’insufficiente tempo a disposizione per approntare vetture affidabili sotto il profilo della sicurezza e della competitività, essendo chiaro il riferimento non tanto alla Lotus 81, quanto alla Lotus 87. La FISA, da parte sua, prende atto della situazione delicata concedendo la deroga, evitando di far valere l’inadempimento di obbligazioni contrattuali vincolanti la squadra a prendere parte alla gara. Nell’appuntamento in terra italica, comunque, la Lotus è rappresentata almeno da Peter Collins, il quale osserva attentamente le ultime mosse politiche, per sondare il terreno in vista di una ripresa delle ostilità. Queste per ora, non hanno neanche una parziale recrudescenza con la flebile apparizione della Lotus 87 in alcune prove private a Zolder: la nuova creazione di Chapman è, paradossalmente, la Lotus 88 sotto mentite spoglie.

In occasione del gran premio del Belgio, cessa, appunto, lo sciopero del Team Lotus. Si decide, però, di portare ancora tre Lotus 81, reputando le Lotus 87 non ancora pronte a compiere il gran salto. Sul fronte della Lotus 88, Chapman è indaffarato in relazioni diplomatiche serrate: sta mietendo consensi fra i vari rivali di un tempo, affinché il modello rivoluzionario non sia osteggiato ancora per lungo tempo. Da un punto di vista squisitamente tecnico, infatti, sono incominciate le manovre di aggiramento che condurranno alla creazione di una versione “B”. L’idea di base non muta, i due telai sovrapposti ci sono ancora, ma l’inglese rassicura i costruttori meno intransigenti sulla fattibilità di alcune modifiche.

Verso metà giugno, il Royal Automobile Club Motor Sports Association rilascia un lungo comunicato che dà speranza a Chapman: “L’organo esaminatore del Gran Premio di Gran Bretagna, la Commissione tecnica del RAC, ha deciso all’unanimità che la nuova Lotus 88B non presenta difformità tali da ravvisare violazioni del Regolamento tecnico della Formula Uno. Pertanto, assumendo che vetture identiche a queste siano presentate davanti ai periti designati per l’evento di Silverstone, a meno che la decisione della commissione del Royal Club sia contestata con successo da parte da detti periti, la Lotus 88B sarà ammessa a competere con crisma di ufficialità”. Poco più tardi, a Brands Hatch, dopo un paio di mesi di contrattazioni serrate, nel corso di una cerimonia apposita, è dato l’annuncio ufficiale del ritorno della John Player Special in qualità di sponsor con tanto di contratto vergato pubblicamente. Inoltre, si coglie l’occasione per diffondere notizie sulle modifiche tecniche apportate alle Lotus 88.

A fine mese, in Spagna, a Jarama, Chapman annuncia che la commissione tecnica del Royal Automobile Club britannico, abbia autorizzato la Lotus 88B a disputare la corsa del Gran Premio della Gran Bretagna, di scena, nel 1981, sull’aeroportuale di Silverstone. Piccato, Balestre fa sapere che qualunque associazione facente parte della FISA, condiscendente verso macchine ritenute illegali, avrebbe fatto perdere al gran premio dalla stessa organizzato lo status di prova valevole per il Campionato del mondo. Ciononostante, in un altro prolisso comunicato, il RACMSA (Royal Automobile Club Motor Sport Association) conferma la propria posizione: la Lotus ha tutto il diritto di agire in contrasto con le volontà della FISA. Le squadre aderenti alla FOCA si accordano con l’intenzione di non protestare contro la versione inedita del modello della Lotus. In Inghilterra, almeno tre Lotus 88B si aggirano in pista, rinnovate anche nei colori, con una predominanza del nero, dell’oro e del rosso del birrificio del compianto Piers Courage, marchio, oramai di proprietà della Imperial Tobacco, in controllo, all’epoca, anche della JPS. Tutto fila liscio durante le fasi delle verifiche preliminare del mercoledì pomeriggio precedente alla gara.

Dopodiché, tre scuderie tentano, ancora una volta, di creare scompiglio: le italiane Ferrari e Alfa-Romeo e la francese Ligier avanzano delle proteste che giungono sul tavolo dei commissari alle ore otto serali dello stesso giorno. Alle nove della mattina del giovedì, quando sono programmate le prime libere cronometrate, a cui Elio de Angelis e Nigel Mansell prendono parte, la FISA emana un documento, presentandolo, dopo l’inizio delle prove, al direttore della corsa, con questa precisazione: “la versione B della Lotus 88 recupera le stesse soluzioni e i medesimi accorgimenti di natura tecnica previamente vietati, perciò non può dirsi confacente con le regole vigenti, in virtù di tale motivazione le sarà precluso partecipare al Gran Premio della Gran Bretagna 1981”. Il concetto è il medesimo: camminando fuori dal perimetro del regolamento tecnico sancito dalla FISA, la Lotus sarà esclusa qualora si azzardi a prendere parte alla gara con la vettura contestata. Gli organi e le istituzioni, i funzionari agenti in seno alla FISA, e tra essi gli ufficiali di gara, gli organizzatori dei gran premi e il Royal Automobile Club, hanno il mero compito di portare a esatta esecuzione tempestiva il dettato dell’entità gerarchicamente superiore. Nasce anche un piccolo incidente diplomatico, a cagione di una ripicca, dettata dalla protervia, da parte di Balestre, infastidito dall’autonomia decisionale dei giudici dell’ente assorbito nella FISA: la delicatezza usata è che la decisione è comunicata dalla FISA alla stampa, ma non direttamente al direttore della corsa, Basil Tye, nominato dal RAC, lasciato, quindi, ignaro fino alle ore 10:20. A quest’ora le prove libere sono già iniziate e l’ammissione della Lotus si è già avuta da circa mezz’ora.

Si esce dal vicolo cieco in conseguenza di un esame straordinario del caso, prolungatosi per ben sette ore. Il giudizio imparziale ed equo della compagine dei cinque ufficiali giudicanti, tre britannici, un olandese e un canadese, tiene conto del contraddittorio delle parti, e vengono, dunque, sentiti per l’occasione il signor Tye, ovverosia il direttore di gara, Balestre e lo stesso Chapman. Viene sancito il diritto della Lotus 88 a continuare le sessioni delle prove, in virtù del non essere sorte irregolarità tecniche al tempo della prima indagine, l’unico momento utile a sollevare obiezioni. Tuttavia, a parziale retromarcia della risoluzione, come precisata sopra, viene specificato che il giudizio del RAC possa essere legittimamente svuotato di contenuto e sopraffatto dalla decisione degli organi dell’istituzione gerarchicamente superiore, la FISA. Più in particolare, questa agisce delegando il proprio potere di supervisione a un osservatore ufficiale, nominato appositamente in occasione di ogni gran premio. Le conclusioni di questo ufficiale assumono la forma di relazioni portate a cognizione del rappresentato. Infatti, l’articolo 152 del Codice Sportivo Internazionale concede alla FISA il diritto di infliggere penalità, in conseguenza di una relazione motivata dell’Osservatore in loco, presenziante nel luogo di svolgimento del gran premio e agente per conto della FISA. Viene fornita prova dell’esistenza di tali resoconti e, pertanto, dell’ottemperanza al dettato normativo richiamato. Dal momento che l’art.141 dello stesso Codice attribuisce, poi, agli ufficiali giudicanti potestà nell’esecutorietà delle decisioni della FISA a carattere repressivo, il dispositivo non può che apparire contrario alle aspettative della Lotus: a detta dei cinque, a norma del Codice Sportivo Internazionale, la Lotus 88B deve essere esclusa, non essendo percorribile altra via se non quella di confermare la posizione della federazione. Inoltre, i tempi fatti registrare dalle Lotus 88B durante la sessione delle qualifiche del giovedì pomeriggio, debbono essere invalidati, con il rimedio dall’efficacia retroattiva della nullità. Per inciso, De Angelis e Mansell non hanno compiuto particolari miracoli nella sessione qualificatoria di cui si discute.

Due delle Lotus 88, durante la notte fra giovedì e venerdì, vengono riconvertite in altrettante Lotus 87, mentre la Lotus 88B/1 resta integra. Un’altra Lotus 87 viene fatta arrivare appositamente da Hethel e De Angelis si qualifica, male, con un solo giro a disposizione. Sempre venerdì 17, alla vigilia della gara, la FISA rilascia un nuovo comunicato riguardante i piloti e le loro istanze, dove qualche stilettata non è risparmiata alla Lotus nel preambolo1. Verso sera, l’ultimo vacuo colpo di coda: a Chapman vellica il pensiero di controbattare per l’ennesima volta e dà procura Robert Hinerfeld, il rappresentante legale californiano di Chapman a Long Beach, di iniziare a raccogliere prove in vista di un appello, permesso ai sensi dell’art. 181. Un raffreddamento e un cambio di rotta improvviso, però, agghiada l’animosità di Colin per sempre. Nella contea del Northamptonshire, si consuma, quindi, l’ultimo atto della tormentata storia agonistica della Lotus 88.


1 FÉDÉRATION INTERNATIONALE DU SPORT AUTOMOBILE

Comunicato stampa

Coloro che hanno fatto predizioni in ordine all’insorgenza di nuove problematiche di varia natura nel giorno del Gran Premio della Gran Bretagna saranno smentiti.

Dopo avere assistito ad avvincenti confronti agonistici a Imola, Monaco, Jarama e Digione, dai risultati dei primi dieci classificati della prima sessione qualificatoria si evince che le due Renault, le due Williams, un Alfa Romeo, una Brabham, le due McLaren e le due Ferrari promettono di farci assistere a una battaglia sportiva di assoluto rilievo, grazie all’eccelso talento dei piloti e un serrato confronto riguardante l’aspetto tecnico.

Dopo quattro mesi di sforzi, e per merito di un consenso generalizzato, la FISA ha ristabilito una situazione pacifica fra tutte le scuderie che riconoscono l’autorità decisoria giurisdizionale dell’Autorità Sportiva.

Soltanto l’infelice caso della Lotus 88B è stato capace di gettare un’ombra su questo quadro rassicurante, una controversia che non può avere altra conclusione che quella imposta dall’esecuzione delle decisioni della Corte d’Appello della FIA, le quali sono inappellabili.

Oltretutto, il Presidente della FISA, ha tenuto un incontro giovedì sedici luglio, alle ore 16.00 pomeridiane con i piloti. Il Presidente della FISA ha dato loro conferma della sua ferma volontà di proteggere i loro interessi, e di intraprendere tutte le necessarie azioni necessarie a far ottenere loro un’equa rappresentanza all’interno delle Strutture Internazionali Federali, dove sono trattati gli affari concernenti i loro interessi (omissis)


Testo di eliodeangelis11.wordpress.com

"He drove racing cars with the same natural fluidity, feel and precision as he played classical music on the piano …"