Carlo Marincovich — “Per De Angelis e Ducarouge pronto un posto alla Renault” — La Repubblica

HOCKENHEIM (C.M.) – A due giorni dal Gran Premio di Germania, undicesima prova del campionato mondiale di Formula Uno, sulla bollente e ancora deserta pista di Hockenheim circola una sola notizia in grado di eccitare gli animi intorpiditi dal caldo sciroccoso che incombe su questa parte di Germania: Elio De Angelis sarebbe in procinto di passare alla Renault. L’arrivo del pilota romano alla Regie nasce sostanzialmente da due fatti. Il primo è costituito dagli ottimi risultati che De Angelis ha ottenuto quest’anno in campionato con la Lotus. Sempre in buona posizione nelle qualificazione e in gara, De Angelis si trova dopo dieci prove di campionato al terzo posto nella classifica mondiale piloti ad appena otto punti dal leader Alain Prost. Il pilota italiano inoltre gode in questo momento di ‘ottima stampa’ in Francia dove tra quotidiani, mensili e settimanali gli articoli su di lui non si contano ormai più.

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Giancarlo Cevenini — “Bocciata dalla CSI la corsa BMW-M1 battezzata da ELIO” — Autosprint n.20/1979

Questo è un breve resoconto sulla gara inaugurale del ProCar Championship, vinta da Elio De Angelis. Il punto prospettico di Autosprint è politicamente schierato, tuttavia le critiche mosse dal giornale colgono nel segno: la BMW aveva cominciato a pensare alla M1 nel 1978 con il proposito di entrare nel Campionato Mondiale Marche l’anno successivo. A disincentivare questi propositi, un cambio di regolamento da parte della FISA (la CSI è una Commissione, diramazione di essa) avvenuto nel 1977 rese più difficile alla vettura bavarese l’assecondare i requisiti propri del Gruppo 5: solo per accedere alla categoria del Gruppo 4 la BMW avrebbe dovuto mandare in produzione ben quattrocento esemplari del modello M1. Prendendo la palla al balzo, Neerpasch, allora a capo della divisione corse del marchio, pensò di istituire un campionato monomarca per rendere più celere l’ultimazione del numero richiesto delle vetture da produrre. Le corse avrebbero servito anche per fare esperienza e migliorare il prodotto sotto il profilo tecnologico. L’associazione con Mosley deriva dal fatto che la March, di cui Max era stato uno dei fondatori nel 1970, in Formula Due, faceva correre i propri piloti con motori BMW. Mosley, già all’epoca, era in affari con la MRD di Ecclestone, alias Brabham. I rapporti fra Ecclestone e la BMW, come si sa, diverranno più solidi all’inizio degli anni ottanta.

ZOLDER — Dopo lunghe trattative e pressioni al limite del codice si sono trovati cinque piloti della F.1 che hanno accettato di fare prove e corsa per il debutto della M1 Pro-Car BMW. Che questa sia una manifestazione solo ed esclusivamente pubblicitaria pensiamo non ci siano dubbi: basta vedere che i «big» a termine di regolamento hanno dato forfait.

A termine di regolamento dovevano correre con le cinque BMW messe a disposizione della Casa Villeneuve, Jabouille, Laffite, Regazzoni, Andretti e, se qualcuno di questi dava forfait, subentravano quelli che venivano dopo.

Avendo rinunciato Villeneuve e Jabouille, i primi due tempi della sessione di prove della F.1 al venerdì, e avendo rinunciato anche Scheckter sesto, è toccato ad un arrabbiato Lauda e uno scontento Piquet prendere il posto.

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Daniele Buzzonetti — “De Angelis, primo fra gli italiani, commenta amaro. Meglio terzo che uno schiaffo” — Autosprint n.43/1984

A punti anche in Portogallo, Elio con i suoi 11 piazzamenti è stato il pilota più regolare, ma ciò non lo soddisfa: «Volevo vincere, ma le cose mi sono andate storte»

L’intervista è rilasciata al termine del Gran premio del Portogallo 1984, il primo in assoluto disputato sul circuito Fernanda Pires da Silva, meglio conosciuto come Autodromo dell’Estoril, inaugurato a inizio anni settanta e ristrutturato agli inizi degli anni ottanta. Trattandosi dell’ultimo appuntamento iridato del campionato mondiale, De Angelis commenta brevemente l’esito dei risultati stagionali.

ESTORIL — Anche in Portogallo è finito brillantemente in zona punti e la prestazione gli ha garantito un eccellente terzo posto nella classifica del campionato del mondo, dopo i due protagonisti Prost e Lauda. Eppure Elio De Angelis non era al settimo cielo all’Estoril: gli è mancata una vittoria che è apparsa possibile più di una volta nell’arco della stagione e la cosa lo ha lasciato con l’amaro in bocca. «Ma sì, il terzo posto è meglio di uno schiaffo — ha commentato dopo la gara — ma non è andata sempre come poteva andare. Anche qui all’Estoril sono stato frenato da una cattiva scelta di gomme che non sono mai andate in temperatura e con la macchina scarica sono diventate ancor più scivolose. Ero partito con le “B” perché non dovevo rischiare per mantenere la terza posizione in campionato ma si è esagerato. Inoltre la Renault ci ha imposto di partire con una pressione del turbo piuttosto bassa rispetto al solito, ovviamente per evitare possibili rotture. Di fatto ero condannato a una gara non di attacco e per questo non ho mai potuto mettermi bene in evidenza. Mansell con le gomme giuste e con il motore solito ha corso in maniera ben diversa, sfortuna a parte».

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Cesare Maria Mannucci — “Parla Elio de Angelis. Mondiale? Perché no!” — Autosprint n.29/1984

L’intervista ebbe luogo durante le prove collettive di luglio in Austria. Alcune domande poste dal giornalista sono relative al Gran premio di Dallas 1984 (erroneamente conosciuto come “Gran premio degli Stati Uniti 1984”), disputato nella città texana qualche giorno prima. All’epoca, Elio De Angelis occupava la terza posizione nella classifica generale riservata ai conduttori. Il testo è riportato fedelmente, compreso il grassetto.

ZELTWEG — È terzo in classifica, e anche in Austria è apparso caricato come non mai. Stiamo parlando di Elio De Angelis, che punto su punto, si trova adesso in lotta per il titolo, considerando che i prossimi circuiti sembrano fatti apposta per le caratteristiche tecniche della sua vettura. «Inizialmente forse mi facevo più coraggio da solo a dire che potevo lottare per il campionato del mondo. Ma considerando le prossime piste, credo di poter giocare un ruolo di primo piano. In parte temevo i circuiti cittadini. Se nella trasferta oltre oceano ho realizzato undici punti, con le prossime gare su circuiti veloci, non posso che essere ottimista. Speriamo che la Renault ci segua con la consapevolezza che attualmente il titolo mondiale può venire solamente dalla Lotus. Anche le gomme dovrebbero crearci meno problemi. A Detroit e Dallas ho notato un netto miglioramento».

— Perché la Lotus è la vettura che sfrutta forse meglio le Goodyear?

«Riusciamo a farle funzionare meglio in prova; in gara direi che ci manca ancora qualcosa nell’assetto, ed è proprio questo che stiamo lavorando».

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“That Weighing Controversy” — Lotus World n.3/1985

L’articolo, la cui traduzione in lingua italiana, in calce, è a cura del presente sito, tratta le vicende del Gran premio di San Marino 1985, in particolare gli esiti della pesatura della Mclaren di Alain Prost, fresco vincitore, sul campo, della gara appena corsa. L’inglese Denis Jenkinson, di cui nel testo non è specificata la funzione, è il giornalista di settore del mensile “MotorSport” e di altre eminenti pubblicazioni.

After the race Elio’s car, still with ample fuel on board weighed in at 547 kilos, Ayrton’s at 546.

Gathered round the park fermé immediately after the race were ranged various Team Managers and interested parties as everyone awaited the return of the McLaren that had been stranded out on the circuit and which the race officials were bringing back. Showing more than the usual interest in the weighing procedures were our own Peter Warr, Piccinini of Ferrari, Jackie Oliver (Arrows), Gerard Toth and Jean Sage of Renault, Denis Jenkinson and others …

The set of scales used are provided by FISA and are used by all the teams to check weigh their cars and they are also used during practice for spot checks. Finally the McLaren arrived and was pushed on and the weight read out – 538 kilos. In such an event the system calls for a check weighing with certified spot-on weights amounting in total to 500 kilos. These were now called for and the reading announced – 502 kilos. All of which presupposed that re-adjustment of the scales would show the McLaren to be 536.

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“DE ANGELIS accusa circuito e dirigenti gara — Altro che proibire le minigonne!” – Autosprint n.15/1980

L’intervista è da porre in relazione ai fatti del Gran Premio degli Stati Uniti dell’Ovest, corsosi a Long Beach nel 1980. L’incidente in cui è stato coinvolto de Angelis, il tamponamento della Osella di Cheever, fu generato da un ingorgo formatosi previamente, a causa di alcune incomprensioni fra Giacomelli e Reutemann. L’articolo qui riportato non segue pedissequamente l’originale, in quanto sono stati eliminati alcuni errori di battitura.

ROMA – ELIO DE ANGELIS contrariamente a quanto diagnosticato al Memorial Hospital di Long Beach, dovrà portare il gesso per venti giorni e qualora tutto vada bene, come gli auguriamo, ci vorranno una decina per la ginnastica rieducativa dopo il taglio del gesso. Infatti il pilota romano ha sofferto di una frattura all’astragalo con i legamenti strappati. Al telefono ci diceva:

«Non ho potuto nemmeno frenare, ho fatto in tempo a sentire solo il “botto”, in quanto uscivo da una curva cieca in piena accelerazione. Non avrei potuto evitare nessuno, anche se lo avessi voluto. Quando mi sono visto tutte quelle macchine ferme davanti ho avuto tanta paura, cosciente di non poter fare altro che andare ad urtare. Meno male che né la mia macchina, né le altre, hanno preso fuoco, altrimenti sarebbe stata una grave sciagura! Ad ogni buon conto ritengo che Long Beach sia un circuito dove non si dovrebbe correre. Mi domando come abbiano fatto ad avallare la licenza ad un circuito che rassomiglia ad un budello contornato di blocchi di cemento. Hanno fatto tutta una storia per Interlagos, ma non si sono nemmeno pronunciati per Long Beach. A volte mi domando a cosa sia servito ripristinare la GPDA. Da quando è stata ricostituita la “Associazione dei Piloti da Gran Premio”, non si fa altro che parlare di sicurezza, poi quando siamo riuniti, nessuno di noi è d’accordo con quello che dice l’altro. Noi piloti siamo molto egoisti e quindi non approderemo mai a nulla. Mi domando quando le autorità sportive, magari in accordo con la FOCA, si decideranno a considerare la vita dei piloti prendendo le precauzioni necessarie».

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