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Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Jo Ramirez fu al fianco di Elio, quando il pilota romano si affacciò sulle scene della F1. I tempi della Shadow sono lontani, ma il messicano ha dei ricordi indelebili del suo rapporto con De Angelis, un legame di amicizia, oltre che professionale. In queste righe che seguono ci svela qualche aneddoto.  Continua a leggere Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Il ricordo a caldo di Alan Jones, di Eddie Cheever, di Jo Ramirez e di Ayrton Senna


Alan Jones, pilota del team “Beatrice-Lola Haas” nel 1986, campione del mondo 1980 con Williams:

I just drove out of the pits and arrived first at the scene of the accident. When I approached the car there wasn’t any fire, only black smoke. We weren’t able to put the car back on his wheels by hand, because it was to heavy. There were some marshalls walking around the car, but instead of wearing fireproof clothing they were wearing shorts! They only had litte one kilo fire-extinquishers with them. You can hardly do anything with those. Finally a truck with a big-size extinquisher arrived, but the truck was parked too far away from the Brabham. Afterwards nobody knew how the equipment worked. When they finally figured that out, they only approached the wreck onto 3 metres, which means the wind blew the powder to the cockpit instead of the burning engine. Inhalation of that powder hadn’t done Elio any good also, I’m afraid. It’s always the same story. Of course we should have checked everything – but we didn’t do so. My opinion is that teams must decide for themselves, if a track is safe enough to drive on. During a race it’s completely different. People like Dr. Sid Watkins make sure that a race doesn’t start before there’s a helicopter on the track. In Elio’s case a helicopter had to be flown in all the way from Marseille Hospital. Only after a half an hour the local firebrigade arrived. I never felt so frustrated in my life. It was the organizational mess like Zandvoort 13 years ago. In one word, digusting!

“Ero appena uscito dai box, per questo sono stato il primo ad arrivare sulla scena dell’incidente. Una volta giunto lì non vidi del fuoco divampare, bensì una coltre di fumo nero. Non riuscimmo a rimettere la vettura nella sua posizione naturale, dacché era ribaltata. Era eccessivamente arduo compiere quest’operazione con le nude mani. Vi erano alcuni commissari di pista che attorniavano la vettura, i quali, invece di indossare tute ignifughe e un abbigliamento consono per queste evenienze, calzava pantaloncini! Con loro avevano degli estintori di esigua capacità. Difficilmente avremmo potuto operare decentemente con questi. Poi, si approcciò un camioncino con un estintore adatto ma parcheggiò troppo lontano dalla Brabham. Dopodiché, nessuno era in grado di sapere come far funzionare l’equipaggiamento di soccorso. Quando finalmente vi riuscirono, si posizionarono a tre metri di distanza rispetto ai rottami. Indubbiamente, ciò significò che il vento fece alzare la polvere in direzione del vano guida e non del motore in fiamme, come, al contrario, si sarebbe dovuto fare. Temo che l’aver fatto inalare la polvere a Elio non l’abbia affatto aiutato. È sempre la stessa storia. Come regola, si sarebbero dovuti fare dei controlli preventivi che, puntualmente, furono disattesi. La mia opinione è che ogni scuderia debba decidere per conto proprio se un circuito deputato ad essere il palcoscenico delle prove possa considerarsi sicuro o meno. Per la gara è tutt’altra faccenda. Persone qualificate come il dottor Sid Watkins si assicurano che in occasione di ogni evento presenzi un elicottero, prima che la competizione di gara abbia inzio. Nel caso di Elio, un elicottero avrebbe dovuto fare continuamente la spola fra l’ospedale di Marsiglia e il circuito. Il personale dei vigili del fuoco non è giunto che dopo una buona mezz’ora. Non mi sono sentito così frustrato nella mia vita come in quegli attimi. Sono passati tredici anni da Zandvoort ma il livello dell’organizzazione dei soccorsi è rimasto lo stesso. In una parola, disgustoso!”

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