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“Alboreto, Patrese e quell’anno magico” – La Repubblica” – 24 Maggio 2004

Alboreto, Patrese e quell’anno magico

MONTECARLO – «Bella eh? Prova a toccarla». Seguii l’invito di Michele Alboreto e con le dita feci toc toc sulla statua del Marc’Aurelio. Simile in tutto a quella che sta a Roma, ma più bella, splendente. La statua era di plastica. Scoppiammo tutti a ridere. Eravamo in un famoso albergo di Las Vegas dove nel pomeriggio di quel settembre 1982 Michele aveva vinto il suo primo Gran premio che si era svolto su un circuito ricavato coi birilli nel parcheggio dell’ albergo. Era tutto finto, statue, pezzi da museo, capolavori, forse anche il Gp era finto ma figura ancora oggi negli annuari di questo sport e l’aveva vinto Michele. Fu un anno memorabile per i colori italiani. L’ inno di Mameli, che allora in patria non si usava suonare, diventò quasi un ritornello nel mondo della F.1. Oggi ci mettiamo anche la mano sul cuore ed è già un notevole progresso. Ma allora molti stranieri ci chiesero: «Che cos’è?». Prima di Alboreto a far vibrare le corde patriottiche era stato Riccardo Patrese. Proprio qui a Montecarlo dove a consegnargli la coppa di rito fu un principe Ranieri ancora giovane e con i capelli neri. Patrese aveva tre ragazze allora, tutte belle, tutte note, tutte simpatiche. Poi ne sposò una che per molti anni lo accompagnò sui circuiti, forse perché conosceva bene i suoi polli. Tre donne intorno ad un pilota non rappresentano una situazione di facile gestione, ma Riccardo vinse e fu un tripudio. Poi fu il turno di Elio De Angelis, romano, una gran signore, quello che una volta si sarebbe detto un gentiluomo. Un’altra classe. La sera del trionfo a Imola fece sgombrare l’albergo e apparecchiò una grande tavola, poi ogni volta che incontrava qualcuno che conosceva lo invitava a cena. Una serata memorabile. Continua a leggere “Alboreto, Patrese e quell’anno magico” – La Repubblica” – 24 Maggio 2004