Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Jo Ramirez fu al fianco di Elio, quando il pilota romano si affacciò sulle scene della F1. I tempi della Shadow sono lontani, ma il messicano ha dei ricordi indelebili del suo rapporto con De Angelis, un legame di amicizia, oltre che professionale. In queste righe che seguono ci svela qualche aneddoto. 

“Elio assomigliava sotto molti aspetti , nel suo modo di essere, a Francois Cevert , un ragazzo puro, di sani valori, e un eccellente pilota. Anch’egli molto sfortunato. Mi ricordo il giorno in cui firmò il contratto per correre la sua prima stagione con la Shadow: uscimmo la sera per celebrare l’evento a dovere, e ci recammo in un “coffee shop” a Northampton. Il locale si chiamava “Cagney’s” . Mangiammo hamburgers e patatine! Nonostante tutto il benessere e la ricchezza in cui navigasse, Elio era un ragazzo con i piedi piantati per terra. Delle volte veniva ospite a casa da me e ci dilettava con il pianoforte, proprio come Francois. Era specializzato nel comporre e suonare musica classica.

Una volta lo accompagnai ad un test proprio a Le Castellet. Nessuno voleva scendere in pista perchè aveva piovuto, ed anche se il temporale era passato, c’era comunque l’asfalto bagnato. Qualcuno addirittura voleva che la pista venisse asciugata manualmente! Io ero lì nei box assieme a lui, ed era fantastico vederlo girare. Era semplicemente incredibile. Spingeva come un dannato e frenava la sua vettura … con il volante!! Eccezionale! Cose così … beh, oggi più nessuno lo farebbe, credo … A quei tempi c’era una dose di coraggio non indifferente. Sembrava tutto più “artigianale” i piloti erano più umani anche nei rapporti tra di loro e con i fans.

Elio era un ragazzo proveniente da una famiglia benestante, come ho già detto, ma questo non vuol dire che avrebbe comprato qualcosa per togliersi uno sfizio o un capriccio, solo perchè ne aveva i mezzi. Mi ricordo di un aneddoto. C’era un tipo di orologio particolare, della marca Rolex, che desiderava avere. Lui lo comprò solo dopo alcune settimane in cui rimuginò se fosse bene farlo o meno. E poco prima di acquistarlo mi disse “Avevo intenzione di farci un pensierino e già da tempo mi sarebbe piaciuto averlo”. Poi si tolse quello che indossava e me lo consegnò. Io mi opposi, non potevo accettarlo. Era un regalo costosissimo, Baume-Mercier d’oro. In tutta la mia vita lo indossai, per rispetto, pochissime volte. Accidentalmente lo avevo con me, proprio il giorno che venni a conoscenza dell’ incidente. “

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