“Paddock Uomini e Corse” Servizio RAI – La lettera di Ezio Zermiani

“Martedì 14 Maggio 1986, prove libere sul tracciato di Le Castellet. Muore Elio de Angelis.”

Lettera commemorativa del giornalista Ezio Zermiani scritta il giorno seguente alla morte del pilota per un servizio della RAI. Riproposto nella puntata del 14/05/2008 del programma “Paddock Uomini e Corse”, andato in onda sul canale televisivo Odeon TV.

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Giuseppe Piazzi — “1984 – L’anno dei ‘Giovani Diavoli’” — Quattroruote dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti: “Sundance76″

Argomenti: I nuovi giovani: Senna, Brundle, Bellof

  • L’ANNO DEI GIOVANI DIAVOLI VI parte

Ayrton Senna da Silva brasiliano, Stefan Bellof tedesco, Martin Brundle inglese: una squadriglia di piloti esordienti in F1 che, pur guidando monoposto non di primo piano come le Toleman e le Tyrrell, si sono subito messi in luce per aggressività e competenza. Senna soprattutto è piaciuto, per esempio, a Enzo Ferrari. Ascoltiamo su di loro il giudizio sempre di De Angelis, maturato durante incontri ravvicinati avvenuti nei GP ’84.

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Giuseppe Piazzi — “Gioie e Dolori con i supermotori” — Quattroruote Speciale Sport dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti : “Sundance76″

  • GIOIE E DOLORI COI SUPERMOTORI V parte

A fine 1983, 900 Cv era considerata una potenza incredibile e indomabile. Una decina di mesi dopo, guidare monoposto da 800 CV in gara e da 1000 CV in prova era abituale per i piloti delle squadre più veloci. A potenze così elevate delle F1 ’84 devono corrispondere gioie e fatiche altrettanto inedite. Chiediamo a De Angelis di riviverle.

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1986 -14-15 Maggio: approfondimento sull’incidente

Mercoledì 14 Maggio ore 11.30. Una nuova ala posteriore viene montata sulla vettura Brabham BT55 numero otto. Anche Alan Jones su Lola Beatrice Haas e Philippe Streiff, su Tyrrell, sono impegnati nelle prove con le loro rispettive vetture. Improvvisamente, all’entrata delle “Esses de la Verriere”, a una velocità media di 270 km/h, forse, proprio per colpa di un cedimento dell’alettone, il pilota della Brabham perde il controllo della vettura impattando violentemente contro le barriere protettive. Catapultata in aria, la monoposto atterra a circa duecento metri dal punto in cui ha inizio la carambola, oltre le reti protettive che delimitano il tracciato. L’incendio non tarda a divampare, Elio perde coscienza ed è inerme. Non può muoversi. Nessuno, né commissari di pista né personale medico è nei pressi, soltanto un paio di meccanici della Benetton sono gli unici testimoni dell’accaduto. Il primo a sopraggiungere è Alan Jones, il quale è seguito, una manciata di minuti più tardi, dai primi soccorsi e da alcuni addetti al circuito con in mano alcuni estintori trovati alla spicciola.

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Giuseppe Piazzi — “Professione pericolo” — Quattroruote dicembre 1984

 

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti : “Sundance76″

  • Una stagione color McLaren” Parte IV

Le F1 del 1984 hanno mostrato una pericolosa propensione a schizzare fuori pista senza preavviso. Ghinzani in Sudafrica, Cecotto a Brands Hatch, Brundle a Dallas. Tre incidenti che potevano finire anche molto peggio. Con l’incremento della potenza torna il pericolo, anche dopo l’abolizione delle minigonne? Giriamo l’interrogativo sempre a Elio De Angelis.

D.: Il pilota, hai detto, non ha la sensazione del rischio, ma il rischio c’è e riguarda anzitutto le gambe. Per cominciare, non si potrebbe arretrare il posto di guida delle monoposto?

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Cesare Maria Mannucci — “IL PERSONAGGIO – Elio de Angelis.La mia battaglia” – Parte III — Autosprint n.20/1984

Tematiche affrontate: La Lotus 88 – Rapporti con il Team Lotus – Alfa Romeo – Alboreto e G. Villeneuve – Considerazioni sulla vita da pilota di corse automobilistiche. Contributo di “LOTUS71”.

Per la Lotus hai guidato anche il modello “88”, una vettura che poteva aprire nuovi sviluppi nel campo della sperimentazione automobilistica..

Esatto, credo che, sviluppata, la Lotus 88 potesse veramente dare una svolta a tutta la Formula Uno. Fu bocciata a livello regolamentare, solamente perchè tutto quello che veniva dalla Lotus era guardato con diffidenza, prevenzione. Come la reputazione che le Lotus fossere vetture fragili e pericolose. Questo poteva essere vero in passato, quando Chapman poteva controbattere gli avversari solamente usando l’arma del peso. Posso dire in tutta tranquillità che con la Lotus ho avuto degli incidenti che non so se con le altre macchine avrei potuto raccontarli dopo.

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Cesare Maria Mannucci — “IL PERSONAGGIO – Elio de Angelis.La mia battaglia” – Parte II — Autosprint n.20/1984

Tematiche affrontate: I rischi delle velocità in F1 – Il rapporto con Chapman. Contributo di “LOTUS71”

Ritieni quindi, che se non si è in possesso di una vettura vincente, è giusto non dare il massimo?

Esattamente. Anzi, si dovrebbe andare ancora più piano, dal momento che si verificano ancora incidenti fra vetture che lottano nelle retrovie. Un pilota deve dare il massimo quando ha la macchina competitiva. Non puoi pretendere chissà cosa da una vettura che gira più lenta di tre secondi. Puoi andare più forte del tuo compagno di squadra, non potrai certo pretendere di vincere la corsa. E’ inutile rischiare per niente.

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Giuseppe Piazzi — “1001 Cavalli nella schiena” — Quattroruote dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti : “Sundance76″

  • “Una stagione color McLaren” Parte III

Le formula 1 del 1984 sono diventate più veloci di due anni fa, quando le minigonne e l’effetto suolo integrale vennero vietati a favore del fondo piatto per ragioni di sicurezza. La stagione 1984 resta contrassegnata da una crescita senza precedenti della potenza dei motori. Sentiamo che ne pensa Elio De Angelis.

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Cesare Maria Mannucci — “IL PERSONAGGIO – Elio de Angelis.La mia battaglia” – Parte I — Autosprint n.20/1984

L’articolo è comparso in un numero unico. Nel sito si è deciso di dividerlo in tre parti. Tematiche affrontate: gli esordi in Formula Tre, Montecarlo 1978, l’inizio in F1. Contributo di “Lotus71”

È l’italiano di turno. Ma senza rimpianti per le occasioni perdute in patria. All’intelligenza di sempre ha saputo unire i frutti dell’esperienza, risultando finalmente pilota di primissimo piano in questo mondiale di F.1. Tant’è vero che alla Lotus sono finalmente costretti a «curarlo» quanto o più di Mansell. Ha vinto la sua gara con gli inglesi e ci racconta come.

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Giuseppe Piazzi — “Piloti a consumo” — Quattroruote dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti : “Sundance76″

  • “Una stagione color McLaren” Parte II

     

    D.: In quali fasi del campionato i piloti hanno vissuto più affannosamente il problema del consumo?

“Nelle prime tre corse, perché dovevamo affrontare un’incognita nuova, che in gara poteva presentare aspetti negativi diversi rispetto a quanto avevamo osservato nelle prove libere invernali. Poi, con un minimo di assuefazione, ci siamo sentiti più tranquilli per un certo periodo. I tecnici si erano intanto impadroniti della problematica e riuscivano a ridurre si può dire di volta in volta i consumi: e ciò ci consentiva di utilizzare in gara potenze sempre in incremento alzando la pressione d’esercizio del turbo. In una terza fase, però, il motore TAG-Porsche ha preso l’involo distanziando tutti nella corsa alle maggiori potenze attraverso il contenimento del consumo: e allora noi piloti ci siamo ritrovati alle prese con strategia di guida poco gratificanti”.

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Giuseppe Piazzi — “Il primo degli umani” — Quattroruote Speciale Sport dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti : “Sundance76”

  • “Una stagione color McLaren”

Interroghiamo un testimone di primo piano, anzi un protagonista dei Gran Premi, visto che nella classifica iridata alle spalle di “quei due” inafferrabili della McLaren c’è lui, Elio De Angelis, con la sua nera Lotus numero 11.

D.: Avevi un presagio, all’inizio, della superiorità della squadra McLaren?

“No, pensavo che le forze fossero più bilanciate. A Rio partivo in pole-position e sono arrivato 3°, sebbene un guasto all’iniezione avesse azzoppato il mio motore fin dal via. Nelle prime gare anche le Ferrari erano altamente competitive”.

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Don Sergio Mantovani

“If you had to nominate two people whose names were synonymous with the word Modena, many would choose Enzo Ferrari and Don Sergio Mantovani…” Thus wrote Denis Jenkinson, an assiduous spectator at Modena, in his book “Jenks, a passion for motorsport”, in the chapter dedicated to the famous padre and entitled “Don Sergio, A delightful man”.

Don Sergio Mantovani is a modern parish priest (who carries the same name as the driver Sergio Mantovani, who recently passed away and drove in various Grand Prix races between 1953 and 1955), universally known as the “drivers’ chaplain”. His pastoral tunic, worn over his black clergyman’s suit, was a customary sight in the paddocks of Grand Prix races in Monza and Imola, and occasionally also abroad. Continua a leggere Don Sergio Mantovani

Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Jo Ramirez fu al fianco di Elio, quando il pilota romano si affacciò sulle scene della F1. I tempi della Shadow sono lontani, ma il messicano ha dei ricordi indelebili del suo rapporto con De Angelis, un legame di amicizia, oltre che professionale. In queste righe che seguono ci svela qualche aneddoto.  Continua a leggere Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Ayrton Senna: “Il Paul Ricard non è abbastanza sicuro!”

Contributo di “Ayrton4ever” del forum f1forums.net

Testimonianza di Ayrton Senna tratta dal libro “Senna vero” tradotta da ‘Ayrton4ever’.

“Il giorno precedente l’incidente di Elio ho commesso un grosso errore. Avevo dei problemi alla macchina e prima di rientrare ai box ho percorso un giro molto lentamente e, guardandomi attorno, lungo la pista i servizi di sicurezza erano praticamente inesistenti. Ho visto un uomo con un estintore, uno solo, ma non mi sono preoccupato più di tanto. Ho pensato che quello del Ricard è un circuito molto lungo, con grandi spazi, e che, forse, il servizio di emergenza c’era, anche se dal mio abitacolo riusciva difficile vederlo. Continua a leggere Ayrton Senna: “Il Paul Ricard non è abbastanza sicuro!”

“De Angelis troppo ‘caro’ per l’Alfa Romeo” – Rombo n.34/1981

ROMA. Elio de Angelis accontenta Chapman e corre per lui anche il prossimo anno mentre Andrea de Cesaris va all’Alfa Romeo in coppia con il già confermato Bruno Giacomelli. Già da qualche settimana la definizione delle squadre Lotus e Alfa Romeo aveva trovato la giusta collocazione, ma la conferma effettiva è venuta fuori solamente la settimana scorsa. Elio de Angelis infatti, si era recato a Londra venerdì 27 novembre dove aveva messo a punto con Colin Chapman il contratto che lo legherà per tutto il 1982 alla Lotus.

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Lavinia Lante della Rovere — “Il tape record di Lavinia. A domanda risponde ELIO DE ANGELIS – Papà ha investito su di lui. Andava all’asilo in monoposto” – Rombo n.6/1982

Se non «sfonda», Elio de Angelis tornerà a fare il pianista.

Da due stagioni, Elio De Angelis è il pilota italiano meglio piazzato nella classifica mondiale. Ma non gli basta, lui vorrebbe vincere …


Non capita spesso di intervistare un pilota di Formula 1, che nei momenti liberi ama comporre musica rock, jazz o blues, a seconda dei casi e degli umori. Lo incontro in uno di questi ormai rari momenti.

“Quale passione è cominciata prima, quella delle corse o quella della musica?

“Ho sempre avuto la passione delle macchine da corsa – mi dice Elio – figurati che quando avevo tre anni, andavo all’asilo delle suore vicino a casa mia, pedalando su una macchina sport. Mia madre aveva perfino chiesto alla madre superiora il permesso di farmi parcheggiare nel cortile. Arrivai anche a schiavizzare i miei fratelli, perché mi spingessero per andare più forte con l’automobilina sulla discesa di fronte a casa nostra.

Non so come ho fatto a non rompermi l’osso del collo. A casa si è sempre parlato di automobili; d’altronde mio padre ancora prima di correre sui motoscafi, aveva corso varie gare con le Lancia sport. Tutto questo mi ha molto influenzato”. Mi racconta un episodio di quando aveva otto o nove anni e con il fratello salì di nascosto sulla macchina del padre: – “Nonostante avessi messo un cuscino sul sedile, non arrivavo ai pedali e andai a sbattere contro il cancello di casa. Fu il mio unico incidente. Lasciai stare le macchine e iniziai a correre sugli sci, nei campionati regionali corsi fino a quattordici anni. Quello stesso anno per festeggiare il mio compleanno, anziché dare una festa, organizzai una sfida tra amici, alla Pista d’Oro con i kart. Ero decisamente il più veloce, mio padre se ne accorse e cominciò a considerare questa mia passione con più riguardo. Come risultato ottenni il permesso di correre sui karts. Era anche l’unico modo per farmi studiare, probabilmente se non avessi avuto qualcosa con cui correre, sarei rimasto un somaro. Arrivai alla maturità scientifica e con essa la prima macchina per correre. Cominciai così; un pò per sfida, un pò per scommessa, ma più che altro con una gran voglia di mostrare quello che sapevo fare. Mio padre non mi avrebbe mai messo in mano un mezzo che non sapevo usare. La macchina era una Chevron e lui mi disse: ora arrangiati, dimostra che ci sai fare, perchè questa è l’ultima volta che ti finanzio, anche per rispetto verso i tuoi fratelli (in seguito non mantenne la promessa). Quello stesso anno vinsi la mia prima corsa di campionato italiano, al Mugello. Avevo diciotto anni. E’ incredibile la sensazione che hai la prima volta che tagli il traguardo per primo; vedi tutti i tuoi sogni di bambino avverarsi, sei invaso da un senso di felicità, di sicurezza, ma anche di responsabilità verso il tuo mezzo e la gente che ha avuto fiducia in te: è la verifica che ce la puoi fare”.

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Roberta Gremignani — “Elio: adesso la Lotus-Renault sarà la macchina da battere” — Autosprint n.33/1982

L’intervista è rilasciata alla vigilia del Gran premio d’Austria 1982.

L’accordo fra la Lotus e la Renault per la fornitura, nei prossimi due anni, dei motori turbo francesi alla casa di Colin Chapman è stato uno degli argomenti più chiacchierati al Gran Premio d’Austria. Fra i diretti interessati vi è Elio De Angelis che giusto sabato (14/8/82 n.d.r.) ha rinnovato il contratto con la Lotus.

“Questo è il primo anno in cui mi ero venuto a trovare libero sul mercato – ci ha detto il pilota romano – cioè svincolato da ogni opzione o contratto. Avevo avuto dei contatti anche con altre case, pochi per la verità, ma tutti ottimi. Ma poi sapere che la Lotus il prossimo anno disporrà dei motori Renault mi ha fatto decidere a rimanere con questa casa, perché penso che con il motore turbo la Lotus potrebbe davvero diventare la macchina da battere. Anche se dovessero darle motori leggermente inferiori a quelli che la Renault terrebbe per equipaggiare le proprie monoposto, credo che il vantaggio sarebbe comunque enorme: non sarebbe così importante avere motori con dieci cavalli in meno rispetto ai migliori Renault, perché significherebbe comunque averne 150 in più rispetto al Cosworth attuale”.

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Le reazioni dei protagonisti: Il podio di Keke e Laffite al GP Austria 1982 – Autosprint n. 33/1982

Autosprint n. 33/1982 – Contributo di ” LOTUS 71″

Rosberg: “A quattro o cinque giri dalla fine della corsa, ero sicuro di avere la vittoria in tasca, ma avevo fatto i conti senza il doppiaggio di Lafite, che penso mi abbia fatto perdere circa un secondo. E così Elio ha preso quei nove punti che mi sarebbero stati utilissimi per avvicinare ancora di più la posizione di testa della classifica, ma se il successo doveva per forza andare a qualcun altro, sono felice sia stato Elio a vincere. Continua a leggere Le reazioni dei protagonisti: Il podio di Keke e Laffite al GP Austria 1982 – Autosprint n. 33/1982

Bob Costanduros — “Austria 1982: Elio fa rifiorire la Lotus” — Autosprint n.33 /1982

Gran premio dell’ Austria/ La prima volta di Elio de Angelis

Sparito Prost ho capito che ce l’avrei fatta. Rosberg? Avrebbe potuto solo passarmi sopra! Elio resta alla Lotus per poco più di un miliardo.

ZELTWEG — Festa grande nel motorhome della Lotus: è la prima vittoria di Elio de Angelis in un gran premio, e in quanto a Chapman, bhe, era un bel po’ che andava in bianco. Adesso lo champagne si spreca. Elio si riposa sdraiato su un lettino e pensa già alla vacanza che si prenderà in Sardegna dove si trova il padre. Peter Warr prova a telefonare in Sardegna ma le linee sono occupate. Ma tuo padre ti avrà visto in tivù, no? ” dice Colin Chapman “Credo proprio di si”, risponde Elio. E aggiunge “Spero che non sia stato troppo male, con quel finale!”

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Oscar Orefici — “Elio dove vai se la Lotus non ce l’hai” — Autosprint n. 20/1981

L’intervista è risalente ai giorni precedenti al Gran premio del Belgio 1981, quello che, a posteriori, segna l’inizio della rivalità interna fra Elio De Angelis e il compagno di scuderia Nigel Mansell. La situazione porta a ingenerare qualche attrito fra l’italiano e Colin Chapman. Gli scontri e i disagi vengono alimentati anche della stizza e della rassegnazione dell’italiano dovute alle imbarazzanti prestazioni della Lotus 88. Per questi motivi, nel corso dell’anno, si fanno più assillanti le voci di mercato accostanti insistentemente il pilota ad altre scuderie, su tutte l’Alfa Romeo-Autodelta.

Roma: La telefonata di Colin Chapman lo aveva raggiunto il martedì sera, quando già stava preparando la valigia per Imola : “Elio – gli ha detto il padrone della Lotus – domenica prossima non corriamo. Ma non ti preoccupare, non siamo in difficoltà. A Zolder, a metà maggio ci saremo senz’altro, e con la nuova macchina”.

Quando la notizia della clamorosa assenza si è diffusa, Elio de Angelis ha reagito con apparente disinvoltura.

Pazienza, vorrà dire che andrò allo Stadio Olimpico a far il tifo per la mia Roma che gioca con il Perugia”. Era una frase che serviva a mascherare la delusione, a dire che a Imola, come semplice spettatore, non ci sarebbe andato.

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