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Il contratto rinnovato con Lotus, l’ultimo (Settembre 1984)

DE ANGELIS E LOTUS CONTRATTO RINNOVATO PER L’85

LONDRA – Elio De Angelis ha rinnovato per un altro anno il contratto che lo lega alla scuderia inglese Lotus. È il sesto anno che il pilota romano corre per la casa fondata da Colin Chapman. Erano circolate nei mesi scorsi voci di un passaggio di De Angelis alla Renault insieme al tecnico Ducarouge che quest’anno ha portato le macchine inglesi in primo piano nella Formula Uno, voci scavalcate poi da altre secondo le quali sarebbe Lauda a dover approdare alla scuderia francese. Compagno di squadra di De Angelis nella prossima stagione sarà il brasiliano Ayrton Senna da Silva che ha esordito quest’anno con la Toleman.

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Per Elio si stava prospettando un passaggio alla Renault per il 1985?

PER DE ANGELIS E DUCAROUGE PRONTO UN POSTO ALLA RENAULT

HOCKENHEIM (C.M.) – A due giorni dal Gran Premio di Germania, undicesima prova del campionato mondiale di Formula Uno, sulla bollente e ancora deserta pista di Hockenheim circola una sola notizia in grado di eccitare gli animi intorpiditi dal caldo sciroccoso che incombe su questa parte di Germania: Elio De Angelis sarebbe in procinto di passare alla Renault. L’arrivo del pilota romano alla Regie nasce sostanzialmente da due fatti. Il primo è costituito dagli ottimi risultati che De Angelis ha ottenuto quest’anno in campionato con la Lotus. Sempre in buona posizione nelle qualificazione e in gara, De Angelis si trova dopo dieci prove di campionato al terzo posto nella classifica mondiale piloti ad appena otto punti dal leader Alain Prost. Il pilota italiano inoltre gode in questo momento di “ottima stampa” in Francia dove tra quotidiani, mensili e settimanali gli articoli su di lui non si contano ormai più. Come mai, vi chiederete, i francesi si scaldano tanto per questo pilota? La risposta è semplice. De Angelis è l’ unico ad aver concluso qualcosa di positivo con i motori Renault della sua Lotus mentre la stessa Renault-Renault stenta a combinare qualcosa di buono sulle piste della Formula Uno. Continua a leggere Per Elio si stava prospettando un passaggio alla Renault per il 1985?

“La Repubblica” 15-16-17 Maggio 1986

Quattro articoli del quotidiano nazionale “La Repubblica” sulla vicenda del Paul Ricard. Si ringrazia l’archivio storico del sito “repubblica.it”

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DE ANGELIS GRAVISSIMO

MARSIGLIA – Un volo improvviso a 270 all’ ora, una serie di giravolte nell’aria e il tonfo finale tra le fiamme. Questo l’impressionante incidente di cui è rimasto vittima ieri mattina nel circuito del Paul Ricard il pilota italiano della Brabham Elio De Angelis di 28 anni ricoverato in condizioni gravissime all’ ospedale di Marsiglia. De Angelis, sceso in pista alle 11, aveva compiuto alcuni giri senza segnalare difficoltà ai tecnici della scuderia. Un quarto d’ora dopo, alla curva della “Vetreria”, una S subito dopo il traguardo, il tragico volo che così è stato ricostruito dall’unico testimone presente, il giornalista canadese Christian Tortora. “All’improvviso ho visto la macchina decollare e dopo un volo di circa 200 metri andare a picchiare sul guard rail, rimbalzare di nuovo in aria per finire sull’asfalto rovesciata una cinquantina di metri più in là”. “I primi a fermarsi subito – continua Tortora – sono stati Prost, Laffite, Jones e Rosberg che scesi dalle loro vetture con gli estintori in mano li hanno scaricati sulla macchina di Elio in fiamme. De Angelis era intrappolato sotto la carcassa. Prost non ha esitato a tuffarsi tra le fiamme per cercare di tirare fuori Elio, ma non c’era niente da fare. Mentre i piloti andavano in cerca di altri estintori per domare il rogo, il serbatoio di carburante della Brabham è esploso appiccando il fuoco perfino ad un pino che costeggia il circuito in quel punto. Quando sono arrivati i soccorsi e finalmente l’incendio è stato spento, tutti hanno cercato di tirare fuori il pilota, dopo aver raddrizzato la vettura ma c’è voluto molto tempo”. “Il medico ha subito sentito il polso di Elio – continua Tortora – e ha detto “è finita” aggiungendo poi “tentiamo il tutto per tutto”. Continua a leggere “La Repubblica” 15-16-17 Maggio 1986

Qualifiche GP Germania 1984 – “La Repubblica” – 4 Agosto 1984

HOCKENHEIM – Elio De Angelis non finisce di stupire in questo campionato mondiale di Formula Uno e le sue azioni sul mercato dei piloti continuano a salire. Ieri ha dato una lezione a tutti ottenendo il miglior tempo sulla pista di Hockenheim in vista del Gran Premio di Germania che si correrà domani. Ha girato in quasi un secondo in meno rispetto al miglior tempo fatto registrare lo scorso anno da Tambay, allora su Ferrari, che occupò la pole position. E quasi sicuramente oggi lo stesso De Angelis e pochi altri piloti potranno migliorare ancora in velocità. Infatti la prima sessione di prove ufficiali svoltasi ieri con un caldo soffocante è stata caratterizzata dall’olio sparso sulla pista da Tambay, questa volta su Renault, che ha mandato in pezzi ben due motori. Nonostante queste rotture la Renault sta notevolmente migliorando avendo occupato ieri anche il secondo posto con Warwick. I motori mandati in pezzi non preoccupano il direttore generale della scuderia francese Gerard Larousse: “Si trattava di tre motori completamente diversi tra loro, stiamo sperimentando molte cose nuove e i frutti si cominciano a vedere”. Hockenheim è una pista veloce dove si esaltano le potenze dei motori e le doti aerodinamiche delle vetture. Abbiamo chiesto a Larousse quanti cavalli riescono ormai ad erogare i motori Renault: “Non possono indicare una cifra precisa – ha detto – ma non siamo lontani dai 900 cavalli”. Se è così, non c’è da meravigliarsi davanti ai risultati ottenuti in queste prove dalle due Ferrari di Alboreto e Arnoux. Settimo il primo, nono il secondo, ma ancora una volta non è tanto la posizione quanto la velocità a destare costernazione. Ieri su questo circuito tutte le macchine che contano hanno migliorato le loro prestazioni rispetto all’anno scorso. È andato più forte De Angelis di quattro secondi: la cosa non meraviglia se si tiene conto che appena un anno fa la Lotus era considerata una macchina praticamente spacciata. Continua a leggere Qualifiche GP Germania 1984 – “La Repubblica” – 4 Agosto 1984

“Alboreto, Patrese e quell’anno magico” – La Repubblica” – 24 Maggio 2004

Alboreto, Patrese e quell’anno magico

MONTECARLO – «Bella eh? Prova a toccarla». Seguii l’invito di Michele Alboreto e con le dita feci toc toc sulla statua del Marc’Aurelio. Simile in tutto a quella che sta a Roma, ma più bella, splendente. La statua era di plastica. Scoppiammo tutti a ridere. Eravamo in un famoso albergo di Las Vegas dove nel pomeriggio di quel settembre 1982 Michele aveva vinto il suo primo Gran premio che si era svolto su un circuito ricavato coi birilli nel parcheggio dell’ albergo. Era tutto finto, statue, pezzi da museo, capolavori, forse anche il Gp era finto ma figura ancora oggi negli annuari di questo sport e l’aveva vinto Michele. Fu un anno memorabile per i colori italiani. L’ inno di Mameli, che allora in patria non si usava suonare, diventò quasi un ritornello nel mondo della F.1. Oggi ci mettiamo anche la mano sul cuore ed è già un notevole progresso. Ma allora molti stranieri ci chiesero: «Che cos’è?». Prima di Alboreto a far vibrare le corde patriottiche era stato Riccardo Patrese. Proprio qui a Montecarlo dove a consegnargli la coppa di rito fu un principe Ranieri ancora giovane e con i capelli neri. Patrese aveva tre ragazze allora, tutte belle, tutte note, tutte simpatiche. Poi ne sposò una che per molti anni lo accompagnò sui circuiti, forse perché conosceva bene i suoi polli. Tre donne intorno ad un pilota non rappresentano una situazione di facile gestione, ma Riccardo vinse e fu un tripudio. Poi fu il turno di Elio De Angelis, romano, una gran signore, quello che una volta si sarebbe detto un gentiluomo. Un’altra classe. La sera del trionfo a Imola fece sgombrare l’albergo e apparecchiò una grande tavola, poi ogni volta che incontrava qualcuno che conosceva lo invitava a cena. Una serata memorabile. Continua a leggere “Alboreto, Patrese e quell’anno magico” – La Repubblica” – 24 Maggio 2004

Ricordo a venti anni dalla scomparsa – “Corriere della Sera” – 16 Maggio 2006

Vent’ anni fa, il 15 maggio 1986, moriva all’ospedale di Marsiglia Elio de Angelis, vittima, il giorno prima, di un tremendo incidente al Castellet mentre stava collaudando una Brabham, verso l’ora solitamente concessa al pranzo. Il distacco dell’alettone posteriore faceva impazzire la monoposto che si avvitava per aria e poi cappottava sei o sette volte finendo la corsa contro le barriere, 250 metri più avanti. Quando Elio ricevette i primi soccorsi era già in condizioni critiche. Nonostante la speranza di un miracolo, il giorno dopo Elio de Angelis cessava di vivere, come un matador ucciso da un toro d’acciaio. Aveva 28 anni, aveva corso con Shadow, Lotus e Brabham, aveva vinto due Gran premi (Austria e Imola), aveva conquistato tre pole position. Era stato certamente un gran pilota ma, più ancora, un grandissimo personaggio: un ragazzo serio, posato, un «professionista di grandi qualità – come ebbe occasione di scrivere allora, sul Corriere della Sera, Luca di Montezemolo – che ha pagato con la vita la mancanza di professionalità che spesso accompagna lo sport forse più pericoloso del mondo». Figlio di Giulio de Angelis, campione della motonautica salito alla ribalta non solo per le sue vittorie iridate ma anche perché vittima di un rapimento, Elio si era messo subito in evidenza con la Formula 3. Girava l’Europa col jet del padre, ospitando a bordo i suoi due grandi amici, Nelson Piquet e Piercarlo Ghinzani. Vinse, Elio, il Gp della Lotteria a Monza: lui, miliardario, aveva dispensato i miliardi del concorso nazionale. Un bel titolo per le pagine sportive del Corriere. Mi vide un giorno, in Germania, e mi disse: «Sai che quel titolo non riesco a perdonartelo? Non mi va giù di essere definito un miliardario per i soldi di mio padre e non un pilota. Il patrimonio di famiglia ti può anche aiutare, ma per andare avanti ci vogliono le qualità. E tutto ciò che mio padre mi ha dato, io gliel’ho già restituito». Continua a leggere Ricordo a venti anni dalla scomparsa – “Corriere della Sera” – 16 Maggio 2006

1985 Mercato – “Brabham Tricolore”

Fonte Autosprint n.35 Anno 1985

Si ringrazia cordialmente “Gio66” per la segnalazione

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Rosberg alla Mclaren e Piquet alla Williams hanno innescano una grande girandola. Sulla piazza ci sono poi i due piloti della Renault, in smobilitazione, ed il rientrante Arnoux che dovrebbe andare alla Ligier. De Cesaris intanto a Monza sarà a fianco di Nelson Piquet.

Zandvoort– Alle 19.15 di venerdì scorso, nella stanza 308 del Bowens Hotel di Zandvoort, Bernie Ecclestone ed Elio de Angelis hanno firmato un compromesso che li lega per la prossima stagione in una squadra tutta italiana dove Elio si troverebbe a far coppia nientemeno che con Riccardo Patrese che farebbe così il suo ritorno dopo due anni trascorsi all’EuroRacing (Alfa Romeo). Continua a leggere 1985 Mercato – “Brabham Tricolore”

“Se la Lotus mi assiste, il titolo è mio” — Autosprint Poster Story 1983 – Parte II

Chi merita di prendersi delle rivincite nel 1984?

“Quelli che l’anno scorso pilotavano vetture col Cosworth. Nel mio caso non si tratterà di rivincite, perché io debbo ancora ricevere qualcosa. Nella vita, in ultima analisi, tutto si bilancia. Un altro che ha dato molto e ricevuto poco è Riccardo”.

Perchè Alboreto alla Ferrari e non De Angelis?

“Lui ha saputo mettere a frutto l’esperienza degli altri piloti che hanno cercato di entrare alla Ferrari. Io non ci ho mai provato: quando fui inserito nei programmi della squadra di Maranello ero giovanissimo. Non ho mai pensato di pilotare la Ferrari. L’eventualità non si è mai presentata. Debbo dire che Michele ci ha saputo fare dal punto di vista diplomatico ed ha raccolto quanto ha seminato”.

La scuola romana è più forte di quella lombarda in Formula Uno?

“Forse è più forte la lombarda dei Giacomelli, degli Alboreto, dei Fabi, se si considerano i risultati”.

Alboreto ha dichiarato che per un buon punteggio senza acuti nel mondiale ’84 non sacrificherebbe una vittoria in un gran premio. La pensi così anche tu?

“Io credo di vincere il campionato del mondo”.

De Angelis è più o meno popolare di Patrese, Alboreto, De Cesaris?

“E’ allo stesso grado di popolarità”.

Piloti di Formula Uno si nasce?

“Si nasce e ci si costruisce per diventarlo”.

Che cosa si deve fare?

“Occore fare una scelta a 14 anni. Invece del motorino, bisogna comperare il go-kart. Bisogna rinunciare alla prima ragazzina perché non la si può portare in pista”.

E alla seconda?

“Alla seconda no. Però è una vita di sacrifici. La gente spesso non sa che la nostra è una vita difficile, una vita stressante. Un uomo che vuol fare carriera, ad esempio un imprenditore, ha vent’anni a disposizione per mostrare agli altri ciò che sa fare. Noi no, solo quattro o cinque. Dieci quando va benissimo. Quindi è tutto molto più accellerato. Si invecchia in fretta”.

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Autosprint Poster Story 1983 – “Se la Lotus mi assiste, il Titolo è mio”- Parte I

Nelle tasche cinque anni di Formula Uno. Nel piede e nella testa una gran bella testa, grinta, ambizione, intelligenza, dote, quest’ultima, che tanto nel pilota da F1 da trecento all’ora quanto nell’uomo della strada, ancora affascina. Le cronache sportive si occupano di lui dal 1977, ma poche persone, forse soltanto quelle che appartengono al suo piccolo mondo privato sanno qualcosa di Elio de Angelis. Una domanda viene spontanea: fanno bene Luis, l’argentino che gli vive incollato ai box dei gran premi (“il suo ricondurre ad un aspetto meno drammatico ogni situazione mi aiuta a superare mille difficoltà, mi calma” – dice dell’amico il pilota romano), Andrea Gallignani, il ventiseienne industriale bolognese che da quando lo ha sponsorizzato in F3 non lo ha più abbandonato, Roberto ed Andrea, i fratelli ‘da corsa’ di Elio (in passato si distinsero come eccellenti kartisti) e Ute, la graziosissima Ute, ad adorarlo? O ha ragione chi, con giudizi pieni di conveniente superficialità, lo etichetta come sbruffone doc, dalle qualità umane e professionali limitate? Per farla breve: il vero De Angelis è quello amato dalla gente che lo conosce bene, o quello odiato – ma forse è meglio dire invidiato – da chi sa soltanto come è fatto, fuori?

La risposta, la più logica, la diede indirettamente Colin Chapman quando nel 1979 lo volle con sé alla Lotus: Chapman non si accontentava di lavorare con un professionista molto dotato, voleva anche l’uomo che vale. Ed Elio valeva ieri come oggi. “Ricordo che rilasciò una bella intervista ad un giornale inglese, quando la stampa inglese era ancora tutta dalla mia parte” – attacca De Angelis – “nella quale diceva di aver trovato in me una volontà incredibile ed un coraggio di una pantera”. E aggiunge – “La prima volta che lo incontrai fu proprio nel 1979 quando realizzai un buon tempo classificandomi fra le Ferrari di Villeneuve e Scheckter, a Silverstone, con una Shadow che, stranamente, andò bene. Ricordo che in quella occasione Chapman venne da me, guardò la macchina che proprio non lo colpì per niente, quindi si interessò a me. In seguito ci fu la corsa di Watkins Glen ed, infine, i suoi collaboratori mi proposero il test con la Lotus al Paul Ricard, al quale parteciparono altri quattro piloti. È’ lì che io fui scelto”.

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1979 – L’anticamera della F1 – La sessione dei primi collaudi con la Lotus, raccontata da Mansell

Contributo di “tigre” di f1community.net

“Quando i soccorsi vennero a salvarmi, io ero in agonia, la mia schiena mi stava uccidendo e, sebbene, fossi sollevato dal fatto che il mio precedente infortunio alla schiena non si fosse aggravato, ero preoccupato che potesse essere accaduto qualcosa di grave. I raggi X decretarono che mi ero rotto due vertebre e i medici mi dissero che ero stato fortunato a non essere rimasto paralizzato. Era doloroso ma ben presto cercai di lasciare l’ospedale. I medici mi prescrissero alcuni antidolorifici che io non presi perché volevo rimettermi in salute al più presto così da potermi allenare più celermente possibile per poter essere di nuovo in pista in una manciata di giorni.

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“L’inizio di un’ amicizia” – Mansell parla di Peter Warr e di Elio De Angelis

Contributo di “Tigre” f1community.net

Un aneddoto raccontato da Mansell nella sua autobiografia sulla stagione 1985 di de Angelis alla Lotus; il rapporto non idilliaco con Peter Warr, così viene descritto da Nigel.

Peter Warr ha lavorato per anni sotto la supervisione di Colin Chapman in Lotus. Dopo una parentesi lavorativa alla scuderia Wolf verso la fine degli anni Settanta, torna in Lotus e alla morte di Chapman ricoprì più ruoli non avendo, però, l’autorevolezza ed il carisma per farlo.

Qui di seguito, un passo dell’autobiografia del campione inglese, in cui lo stesso Mansell parla a denti stretti dell’ingombrante figura di Peter Warr, questi ritenuto la causa principale dei suoi insuccessi in Lotus. Le vicende vissute nel millenovecentoottantacinque avvicinano Elio e Nigel nei loro rapporti personali, toccando, delle volte, vette di stima amicizia. Continua a leggere “L’inizio di un’ amicizia” – Mansell parla di Peter Warr e di Elio De Angelis

Vittorio Gargiulo — 6 Maggio 1978 – Montecarlo F3 – “De … Diavolis si sfoga” — Autosprint n.19/1978

Tripletta da tris all’italiana: ne ha fatto le spese Gaillard

Principato di Monaco: cala il sipario sullo scenario di Monaco con la premiazione, al termine della cena di gala alla presenza di tutti i piloti invitati dopo le loro fatiche. Faceva gli onori di casa Jackie Stewart, che ha lavorato alacremente in questi giorni per la televisione americana che lo manda a seguire tutti i gran premi. Tra l’altro ha realizzato anche un filmato veramente dal vivo, infilandosi inspiegabilmente nel bel mezzo del lotto durante una sessione ufficiale di prove, al volante di una Tyrrell 008 dotata di cineprese installate alle sue spalle. Stewart naturalmente ha presentato Depailler, che ora ha preso il suo posto nel team Tyrrell, ma forse per la stanchezza in sede di premiazione si è dimenticato di chiamare Elio de Angelis a ritirare il suo premio per la vittoria della gara di F3. De Angelis tra l’altro si è dovuto immediatamente dopo infilare in macchina per correre a Fiorano per le prove della Chevron con il motore “Dino” di F2 che probabilmente non porterà a Pau, per la prossima gara del campionato Europeo, per meglio essere pronto per la prima gara italiana della serie che si correrà al Mugello il 28 di questo mese.

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“Paddock Uomini e Corse” Servizio RAI – La lettera di Ezio Zermiani

“Martedì 14 Maggio 1986, prove libere sul tracciato di Le Castellet. Muore Elio de Angelis.”

Lettera commemorativa del giornalista Ezio Zermiani scritta il giorno seguente alla morte del pilota per un servizio della RAI. Riproposto nella puntata del 14/05/2008 del programma “Paddock Uomini e Corse”, andato in onda sul canale televisivo Odeon TV.

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Giuseppe Piazzi — “1984 – L’anno dei ‘Giovani Diavoli’” — Quattroruote dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti: “Sundance76″

Argomenti: I nuovi giovani: Senna, Brundle, Bellof

  • L’ANNO DEI GIOVANI DIAVOLI VI parte

Ayrton Senna da Silva brasiliano, Stefan Bellof tedesco, Martin Brundle inglese: una squadriglia di piloti esordienti in F1 che, pur guidando monoposto non di primo piano come le Toleman e le Tyrrell, si sono subito messi in luce per aggressività e competenza. Senna soprattutto è piaciuto, per esempio, a Enzo Ferrari. Ascoltiamo su di loro il giudizio sempre di De Angelis, maturato durante incontri ravvicinati avvenuti nei GP ’84.

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Giuseppe Piazzi — “Gioie e Dolori con i supermotori” — Quattroruote Speciale Sport dicembre 1984

Quattroruote Speciale Sport – Dicembre 1984.

Ringraziamenti : “Sundance76″

  • GIOIE E DOLORI COI SUPERMOTORI V parte

A fine 1983, 900 Cv era considerata una potenza incredibile e indomabile. Una decina di mesi dopo, guidare monoposto da 800 CV in gara e da 1000 CV in prova era abituale per i piloti delle squadre più veloci. A potenze così elevate delle F1 ’84 devono corrispondere gioie e fatiche altrettanto inedite. Chiediamo a De Angelis di riviverle.

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1986 -14-15 Maggio: approfondimento sull’incidente

Mercoledì 14 Maggio ore 11.30. Una nuova ala posteriore viene montata sulla vettura Brabham BT55 numero otto. Anche Alan Jones su Lola Beatrice Haas e Philippe Streiff, su Tyrrell, sono impegnati nelle prove con le loro rispettive vetture. Improvvisamente, all’entrata delle “Esses de la Verriere”, a una velocità media di 270 km/h, forse, proprio per colpa di un cedimento dell’alettone, il pilota della Brabham perde il controllo della vettura impattando violentemente contro le barriere protettive. Catapultata in aria, la monoposto atterra a circa duecento metri dal punto in cui ha inizio la carambola, oltre le reti protettive che delimitano il tracciato. L’incendio non tarda a divampare, Elio perde coscienza ed è inerme. Non può muoversi. Nessuno, né commissari di pista né personale medico è nei pressi, soltanto un paio di meccanici della Benetton sono gli unici testimoni dell’accaduto. Il primo a sopraggiungere è Alan Jones, il quale è seguito, una manciata di minuti più tardi, dai primi soccorsi e da alcuni addetti al circuito con in mano alcuni estintori trovati alla spicciola.

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Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Jo Ramirez fu al fianco di Elio, quando il pilota romano si affacciò sulle scene della F1. I tempi della Shadow sono lontani, ma il messicano ha dei ricordi indelebili del suo rapporto con De Angelis, un legame di amicizia, oltre che professionale. In queste righe che seguono ci svela qualche aneddoto.  Continua a leggere Jo Ramirez – Elio il ricordo indelebile di un amico

Ayrton Senna: “Il Paul Ricard non è abbastanza sicuro!”

Contributo di “Ayrton4ever” del forum f1forums.net

Testimonianza di Ayrton Senna tratta dal libro “Senna vero” tradotta da ‘Ayrton4ever’.

“Il giorno precedente l’incidente di Elio ho commesso un grosso errore. Avevo dei problemi alla macchina e prima di rientrare ai box ho percorso un giro molto lentamente e, guardandomi attorno, lungo la pista i servizi di sicurezza erano praticamente inesistenti. Ho visto un uomo con un estintore, uno solo, ma non mi sono preoccupato più di tanto. Ho pensato che quello del Ricard è un circuito molto lungo, con grandi spazi, e che, forse, il servizio di emergenza c’era, anche se dal mio abitacolo riusciva difficile vederlo. Continua a leggere Ayrton Senna: “Il Paul Ricard non è abbastanza sicuro!”

“De Angelis troppo ‘caro’ per l’Alfa Romeo” – Rombo n.34/1981

ROMA. Elio de Angelis accontenta Chapman e corre per lui anche il prossimo anno mentre Andrea de Cesaris va all’Alfa Romeo in coppia con il già confermato Bruno Giacomelli. Già da qualche settimana la definizione delle squadre Lotus e Alfa Romeo aveva trovato la giusta collocazione, ma la conferma effettiva è venuta fuori solamente la settimana scorsa. Elio de Angelis infatti, si era recato a Londra venerdì 27 novembre dove aveva messo a punto con Colin Chapman il contratto che lo legherà per tutto il 1982 alla Lotus.

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David Malsher — “Riccardo Patrese” — MotorSport settembre 2001

Il ricordo di Patrese circa gli eventi delle prove che si tennero sul circuito Paul Ricard di Le Castellet nel 1986, tratto da una intervista pubblicata sul mensile MotorSport. La traduzione in italiano è a cura del presente sito.

Riccardo corse fra braccia di Ecclestone nuovamente nel 1986, per guidare l’avveniristica e bassissima BT55, un regalo d’addio di Gordon Murray prima dell’approdo di questi in  McLaren. Riccardo, come tutti gli altri, fu molto impressionato quando vide per la prima volta la vettura,  ma l’incanto si spezzò dopo che ebbe iniziato a guidarla. “Non era il massimo stare praticamente sdraiati a terra con milletrecento cavalli dietro al collo. Non ho idea di come sia riuscito a fare il sesto tempo a Montecarlo!”

Subito dopo la gara monegasca c’era in programma una sessione di prove al circuito Paul Ricard. “Avrei dovuto parteciparvi, ma Elio (DeAngelis ndr) chiese espressamente di condurre lui i collaudi. Il giorno della sua morte fu il peggiore della mia carriera. Altri piloti erano deceduti durante i miei anni trascorsi in Formula Uno ma un compagno di squadra era qualcosa di diverso, stavo male nell’anima. Ecclestone mi consolava, io mi limitavo a tirare avanti”.

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